Martedì 17 ottobre 2017 comincia la regular season della NBA: di seguito vengono presentate le quindici squadre della Eastern Conference in ordine da quella più quotata alla meno valutata dagli esperti che hanno seguito il mercato e valutando le rose delle varie franchigie in campo.
Al primo posto i Cleveland Cavaliers che, se possibile, sono ancora migliorati rispetto alla scorsa stagione. LeBron James continua a guidare la squadra; perso Irving, passato ai Celtics, i vino e oro hanno acquisito il protagonista dello scorso anno dei Celtics, Isaiah Thomas, e Derrick Rose da New York. Con Love e Thompson compongono un quintetto micidiale, con le alternative “non” da panchina: Calderon, Crowder, Frye, Korver, Shumpert, Smith e Wade, con uno Zizic tutto da scoprire. Sono i favoriti anche alla vittoria finale.
Al secondo posto i Boston Celtics, trionfatori della scorsa regular season ad Est possono tentare di rendere i sogni dei Cavaliers degli incubi, a partire dall’ex palymaker Kyrie Irving. L’acquisizione di Gordon Hayward dai Jazz dà ulteriore forza al reparto dei piccoli. Marcus Morris è un ottimo acquisto, come Horford è un centro di grande valore. Manca un ala grande di livello. Le risorse in panchina erano di più lo scorso anno; la sfida ai Cavaliers è comunque possibile.
Terzi i Toronto Raptors che fondano le loro fortune sulla coppia Lowry – DeRozan nella parte bassa del quintetto. Ibaka e Valanciunas sono lunghi di classe, mentre C.J. Miles è una buona acquisizione come ala piccola tiratrice a tutto campo. Al di fuori di Powell, però, la panchina non dà molte garanzie come i Celtics, con tanti giovani in cerca della consacrazione. Valida alternativa ai Celtics per la finale di Conference.
Al quarto posto i Washington Wizards: Wall e Beal sono una coppia che, con degli assi davanti, potrebbe valere almeno il titolo di Conference. Markieff Morris e Porter sono ottime ali, attese dalla crescita definitiva, Gortat è l’esperienza in area. Buona panchina (Frazier, Mahinmi, Meeks, Oubre Jr.). Gli Wizards possono scompaginare i piani di chiunque, Cavs a parte.
In quinta posizione i Milwaukee Bucks, dietro le quattro più forti. La stella di Antetokounmpo guida alla grande la squadra di coach Kidd, fautore del basket totale. I giovani Brogdon (Rookie of the Year 2017) e Jabari Parker sono in la guardia e l’ala che possono lanciare i Bucks verso traguardi insperati anche l’anno scorso, alla ricerca di un rendimento continuo e di risultati di prestigio.
Poi gli Atlanta Hawks: via Dwight Howard (a mio giudizio, scelta affrettata), un gran numero di giovani (Schroder, Bazemore, Bembry e Prince) e di esperti (Belinelli, Ilyasova) tiratori mancano di un centro divero peso: questa potrebbe essere la difficoltà di una squadra che ha “cacciato” l’unico non tiratore da tre, ma del quale difficilmente Dedmon e Plumlee colmeranno la mancanza. Un posto da playoff pare garantito.
Al settimo posto i Detroit Pistons, che possono rappresentare la possibile rivelazione, nonché probabilmente l’ultima possibilità di coach Van Gundy a Detroit. L’acquisto di Bradley dai Celtics come guardia garantisce difesa, Reggie Jackson cerca la sua consacrazione come play, Tobias Harris è una certezza, Drummond una poderosa presenza in area. Manca un’ala forte che dia certezze: se Leuer esploderà, attenzione ai Pistons.
In ottava posizione i Philadelphia 76ers, pronti per il salto verso i playoff: Embiid è dominante in area, Covington, Saric, Jahlil Okafor e McConnell sono preparati per il salto di qualita, Fultz (prima scelta del draft) vuole sfondare da subito. Gli esperti Emeka Okafor, Kris Humpries e Amir Johnson daranno esperienza davanti assieme a Embiid. Raggiungere almeno l’ottavo posto ad Est non corrisponde a dire un eresia.
Al nono posto gli Indiana Pacers, la possibile mina vagante. Senza Paul George, bisognerà far legare gli ottimi talenti di Bogdanovic, Oladipo, Cory Joseph, Stephenson e Thaddeus Young tutti nei rispettivi ruoli. L’unica certezza assoluta è il giovane centro Myles Turner, già uno dei migliori della lega. Se la squadra troverà la giusta alchimia, è possibile anche arrivare tra le prime cinque, altrimenti la stagione non sarà semplice.
In decima posizione i Charlotte Hornets: i calabroni azzurri l’anno scorso hanno mancato i playoff per poco. Con Howard al centro aumentano le certezze in area, mentre Kemba Walker dovrà amministrare le giocate di buoni giocatori come Kidd – Gilchrist, Kaminsky, Batum, Lamb e Marvin Williams. Carter Williams, ex Rookie of the Year, cerca di tornare ai fasti dei 76ers: anche quest’anno, dopo tutto, c’è il rischio di mancare l’obiettivo di poco.
Undicesimi i Miami Heat: dopo la mega rimonta mancata all’ultima giornata, gli Heat di coach Spoelstra cercano più regolarita. Whiteside è uno dei tre migliori rimbalzisti della lega, servirà anche più efficacia in attacco. Le ali James Johnson e Winslow necessitano di gioco da Dragic, nonché di un sostegno difensivo di Waiters. La panchina, piuttosto giovane, sarà determinante per tentare l’aggancio della postseason.
Al 12esimo posto gli Orlando Magic: manca un vero talento, ma Elfrid Payton può guidare i suoi compagni a traguardi insperati. Il giovane playmaker sarà in grado da solo a trascinare degli esperti giocatori davanti, assieme ai giovani Aaron Gordon e Vucevic? Se sì, tutto è possibile.
Tredicesimi i New York Knicks: finita l’era Anthony, le star dovranno essere i due lunghi Porzingis e Noah. I “piccoli” della squadra della Grande Mela, invece, garantiscono poco. Se lo scorso anno, con Rose e Anthony non sono arrivati i risultati, quest’anno sarà ancora più dura.
I Chicago Bulls non sono ritenuti possibili protagonisti di questa stagione NBA: l’era Jordan è lontana anni luce. Zach LaVine e Nikola Mirotic, con il giovane Cameron Payne, sono gli unici che garantiscono “qaulcosa” di certo ai tori, per il resto tutto è ancora da sperimentare e dalle parti di Windy City non c’è grande fiducia.
All’ultimo posto troviamo i Brooklyn Nets, squadra in allestimento. I nomi buoni non mancano, ma molti sono in cerca di riscatto (D’Angelo Russell, Lin, Crabbe), altri in cerca di conferme (Hollins – Jefferson, Kilpatrick, Carroll e Tyler Zeller). E’ certo che fare peggio dello scorso anno è difficile, ma lo è altrettanto pensare a qualcosa di importante.