Don Giovanni Bosco è finalmente ritornato tra i suoi colli. Nel 202° anniversario della nascita di don Bosco, la reliquia è stata riportata ad Asti, nella Basilica di Castelnuovo Don Bosco, dove era stata trafugata il 2 giugno 2017. L’urna con un frammento del cervello del santo che ha dedicato la sua vita ai giovani era custodita dietro l’altare nella parte inferiore del tempio. L’autore del furto era convinto che il reliquiario fosse d’oro massiccio e, quindi, di poterlo rivendere.
Il furto aveva sconvolto tutto il mondo salesiano e la Chiesa di Torino, tanto che l’arcivescovo Cesare Nosiglia aveva invitato tutte le comunità alla preghiera per il ritrovamento della reliquia. I carabinieri della Compagnia di Villanova d’Asti, nel frattempo, hanno portato avanti le loro indagini attraverso l’analisi delle impronte digitali lasciate sul luogo del furto e, ritrovando nel giro di poche ore il colpevole, noto pregiudicato del Pinerolo, la reliquia era in casa sua. L’ampolla è stata ritrovata conservata perfettamente, con i sigilli intatti della Congregazione Salesiana.
A riportare in Basilica la reliquia, sono stati i due carabinieri che l’avevano ritrovata. Ad accoglierla, invece, c’era don Angel Fernandez Artime, il rettor maggiore dei salesiani, numerosi confratelli, ed era presente anche il cardinale Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato Vaticano. Erano presenti numerose autorità civili, tra cui Riccardo Amato, generale dei carabinieri, comandante interregionale di Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta, e il generale Mariano Mossa, comandante della Legione Piemonte e Valle d’Aosta. Centinaia i fedeli che hanno partecipato alla Santa Messa, tra i quali 250 giovani appartenenti al Movimento giovanile salesiano che nei giorni precedenti – dall’11 al 16 agosto – avevano partecipato al confronto europeo 2017.
Il rettore della Basilica, don Ezio Orsini, ha introdotto la cerimonia con queste parole: “Oggi don Bosco, il festeggiato, ci fa il regalo del suo ritorno tra noi, nel giorno del suo compleanno“. Mentre il rettor maggiore, don Artime, ha ringraziato l’Arma dei carabinieri e le autorità per il prezioso lavoro e aiuto nel ritrovamento.
Subito dopo il furto, la Congregazione salesiana aveva ricevuto migliaia di messaggi da parte di persone che assicuravano preghiera e vicinanza. Don Artime si è rivolto anche a loro con riconoscenza, e ha ricordato che “la casa di don Bosco è oggi in tanti oratori e periferie di tutto il mondo. In questo momento, ciascuno di noi è chiamato a portarlo e farlo conoscere a tutti i giovani del mondo“.