Torino, Ljajic studia da campione: doppietta fantastica, e quel paragone con Silva…

Con la vittoria nel posticipo di ieri sera a Palermo, il Torino ha agganciato Napoli e Lazio a 14 punti, issandosi al quarto posto nella classifica di Serie A. E con un Adem Ljajic così, ora i granata possono sognare davvero.

Torino, Ljajic studia da campione: doppietta fantastica, e quel paragone con Silva…

Torino gode, e stavolta non è solo la metà bianconera a potersi sfregare le mani. Dopo la prestazione superba di ieri sera infatti, la squadra capitanata da Sinisa Mihajlovic è volata al 4° posto in classifica di Serie A, agganciando Napoli e Lazio e candidandosi di diritto per un posto al sole in Europa.

I granata hanno potuto quindi gioire del terzo successo consecutivo in campionato (il primo stagionale in trasferta), ma più che l’iconico cuore granata, stavolta a fare la differenza è stato il destro fatato di un estroverso talento balcanico. La gara di ieri ha infatti restituito numerose certezze al Toro, ma la (ri)scoperta più incoraggiante è arrivata certamente da Adem Ljajic, autore di una doppietta da fenomeno.

Dopo essere andati in svantaggio per 1-0 grazie al goal di Chochev, i granata sono infatti riusciti a macinare gioco chiudendo il Palermo nella propria metà campo, ma a sbloccare la situazione è stato proprio il genietto di Novi Pazar con un gran destro da fuori area che non ha lasciato scampo all’incolpevole Posavec.

Il tiro del serbo è stato infatti un gioiello di rara precisione balistica, una sassata di interno collo praticamente da fermo infilatasi sul primo palo, immediatamente sotto il “sette“; la dimostrazione più lampante del perché Mihajlovic abbia deciso di affidare all’amico-nemico la maglia numero 10 del Torino.

Non pago della prodezza, il serbo si è ripetuto al 40′ del primo tempo: stop di petto su un cross verso il vertice sinistro dell’area, pallone pettinato con l’esterno e tiro a giro sul secondo palo ancora una volta imprendibile per il portiere rosanero. Una prodezza che, per movimenti e rapidità di esecuzione, ha ricordato le gesta di “quell’altro numero 10“; quello che fino a pochi anni fa vestiva la “maglia dei sogni” – e la fascia di capitano – della Torino sponda bianconera.

La doppietta d’autore ha dato il là alla rimonta, aprendo gli spazi per le ripartenze degli ospiti e consentendo al Toro di dilagare con Benassi prima e Baselli poi. Non due giocatori a caso, verrebbe da dire. I due centrocampisti sono infatti il motore della squadra di Mihajlovic, e non solo per la quantità di chilometri macinata sul terreno di gioco: giovani ed italiani, rappresentano il futuro di questa società e, forse, della Nazionale oggi allenata proprio dall’ex granata Giampiero Ventura.

Ottima anche la prova di Belotti il quale, pur non segnando, ha come sembre offerto un lavoro eccellente in fase di dialogo con i compagni, aprendo spazi importanti per le incursioni delle mezzali (ottimi i movimenti in occasione dell’1-3 di Benassi) e consentendo ai fantasisti di ritagliarsi spazi importanti per determinare la partita.

Il Torino visto ieri sembra essere insomma una piccola macchina (quasi) perfetta, nonostante qualche sbavatura difensiva. Ma se da una parte la squadra aveva già dimostrato comprovata solidità con il nuovo corso, dall’altra l’aggiunta in corsa di Adem Ljajic (finora praticamente fermo ai box causa infortuni) ha dimostrato quanto il talento serbo possa rappresentare quel quid necessario a fare il tanto ricercato salto di qualità.

Il 25enne ha infatti tutte le carte in regola per spaccare le partite da solo e, messo finalmente al servizio del gruppo – pur con licenza di inventare perle come quelle di ieri sera – può diventare davvero un fattore determinante per la conquista dell’Europa. D’altronde già nel corso della sua avventura nerazzurra Roberto Mancini aveva paragonato il serbo nientemeno che a David Silva per qualità tecniche, e lo stesso Mihajlovic ha affermato che, con Ljajic a disposizione, oggi probabilmente il Torino sarebbe secondo dietro alla sola Juventus.

Forse pensare che i granata possano riuscire a mettere in coda corazzate nostrane come Napoli e Roma è ancora prematuro, ma di certo i tifosi ora hanno di che essere felici: il Toro non è più solo cuore, ma finalmente anche tecnica, qualità e idee. Merito anche – se non soprattutto – di un talento venuto dai balcani e sbarcato nella capitale sabauda per ritrovare sé stesso, scaricato forse troppo presto da quei top club che non hanno mai voluto dargli piena fiducia, e per i quali ora Ljajic rischia di diventare un clamoroso rimpianto di mercato.

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