Il 14 febbraio è il giorno di San Valentino, un giorno felice per tante persone, ma per chi ama lo sport, e in particolare il ciclismo, questa di oggi è una giornata un po’ triste.
Il 14 febbraio del 2004 infatti moriva Marco Pantani, per tutti il pirata, colui che ha tenuto incollati milioni di telespettatori mentre realizzava le sue imprese. Un campione capace di reagire ogni qual volta il destino sembrava essergli rivoltato contro ma che il giorno di Madonna di Campiglio non è riuscito a rialzarsi, nonostante qualche buon risultato successivo a quella maledetta giornata.
Il 5 giugno del 1999 alle 10.10 della mattina viene comunicato che in Pantani il valore di ematocrito è al 52% quando il massimo consentito è del 50%. E’ un duro colpo per Marco e per tutti i suoi tifosi ma in molti restano dubbiosi anche perchè il corridore di Cesenatico aveva il Giro d’Italia in mano.
Pantani venne sospeso per quindici giorni perdendo, di fatto, un giro ormai vinto, ma si sentì derubato di ciò che aveva meritato e guadagnato con fatica e da quel durissimo colpo, come ha dichiarato lui stesso in quella mattinata, non è più riuscito a riprendersi completamente:“Mi sono rialzato, dopo tanti infortuni, e sono tornato a correre. Questa volta, però, abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile”.
A dieci anni dalla sua morte i tifosi veri non lo hanno mai abbandonato e ancora oggi per le strade del Giro d’Italia si vedono scritte inneggianti al suo nome.
Ma i dubbi sul quel giorno sono tanti, a cominciare da una lettera inviata da Renato Vallanzasca alla madre di Pantani, in cui era scritto che un suo amico, vicino al mondo delle scommesse, gli avrebbe consigliato di scommettere contro il pirata, che quel Giro non lo avrebbe vinto.
Altri dubbi vi sono riguardo al giorno della sua morte, quando il suo corpo fu ritrovato in una stanza d’albergo; secondo la madre, Marco è stato ammazzato, inoltre nella stanza furono trovati resti di cena cinese che lui non mangiava mai, non vi era droga nella stanza e sul corpo di Pantani vi erano anche dei lividi, a dimostrazione del fatto che suo figlio non era solo e che è stato ucciso per non fargli rivelare qualche scomodo segreto.
Ma anche se Pantani non c’è più, le sue imprese sportive non verranno mai dimenticate e per chi ha voglia di intraprendere questo sport, deve prendere esempio dalla tenacia e dall’umiltà del pirata. Ciao Marco il tuo ricordo non morirà mai.