Finisce in gara-6 la finale dei playoff Nba, con i Golden State Warriors che battono i Cleveland Cavaliers 105-97 e chiudono la serie sul 4-2. Per i Warriors, si tratta del secondo titolo della sua storia, dopo quello conquistato 40 anni fa, nel 1975: un risultato storico per Curry e compagni, a coronamento di una stagione che li ha visti sempre protagonisti, dall’inizio alla fine. Non basta il solito meraviglioso LeBron James, che si conferma il miglior giocatore del mondo: prestazione sontuosa anche oggi per il numero 23 dei Cavs, con 32 punti, 18 rimbalzi e 9 assist a referto. Purtroppo per lui, è la seconda finale consecutiva in cui deve alzare bandiera bianca.
Come dicevamo, sono 40 anni che i Warriors non vincevano un titolo, e lo fanno in una stagione che li ha visti trionfare dopo esser stati al 1° posto nella regular season, chiusa col miglior record della Lega (67 vittorie e appena 15 sconfitte). Sarebbe facile dire che il protagonista di questo successo è stato l’MVP della regular season, Stephen Curry. In realtà, coach Steve Kerr ha costruito un’armata invincibile, che ha in Curry il terminale di un quintetto fenomenale. Basti pensare al fatto che l’MVP delle Finals, un po’ a sorpresa, non è ne Curry né LeBron: il titolo va a Andre Iguodala, che mette a referto in gara-6 (proprio come Curry), ben 25 punti per i Warriors, contribuendo – e non poco – al successo dei suoi. Per Iguodala si tratta di un piccolo record: è il primo giocatore a diventare MVP delle Finals senza essere partito da titolare in tutte le gare della serie.
I Cavs, ancora una volta, devono rinviare la loro prima vittoria in Nba. Non basta un sontuoso LeBron James: l’assenza di Kyrie Irving e di Kevin Love si è fatta sentire, eccome, in queste Finals. Per ‘Il Prescelto’ si tratte della seconda sconfitta in finale con i Cavs, dopo quella del 2007 contro i San Antonio Spurs.