Aveva 45 anni, solo 45 anni Annarita Sidoti, una campionessa dentro e fuori la pista di atletica. La Sidoti non ce l’ha fatta, ed ha ceduto ad una lunga malattia che la tormentava da 6 anni, dal 2009, che le ha pregiudicato questi ultimi anni, fatti di grinta e di lotta, perché a 39 anni non si può smettere di vivere. Non può lei, Annarita, una lottatrice nata, una delle più grandi interpreti che la storia dell’atletica italiana abbia mai avuto. Annarita Sidoti, oltre che un grande vuoto negli amanti dello sport in genere, lascia 3 figli.
La marciatrice italiana, in carriera, ha vinto praticamente tutto quello che si poteva vincere: un oro mondiale, due ori e un argento all’Europeo nella sua specialità, la marcia sui dieci chilometri. Insomma, una delle atlete che hanno scritto la storia di questo sport, conosciuta ben oltre i confini nazionali. Ma contro la malattia c’era la donna, non l’atleta, forse ancor più forte della marciatrice, che però non è riuscita a sconfiggerla, perdendo la sua battaglia più importante.
Una delle più vincenti atlete italiane in assoluto, si diceva: partiamo dal 1990, l’anno della sua consacrazione a livello mondiale, quando divenne campionessa europea a Spalato, a soli 21 anni; fu un incredibile exploit, che non sembrava fosse possibile replicare negli anni successivi. Ma la Sidoti, per chi l’ha vista gareggiare, è capace di imprese incredibili: siamo nel 1997, e la marciatrice italiana riesce a fare anche meglio del 1990: vince l’oro mondiale, ad Atene, nel 1997. Questa incredibile vittoria è il preludio di un altro fondamentale successo, il bis continentale a Budapest, nel 1998, che la consacra ufficialmente come una delle atlete più forti della storia di questo sport. Le presenze con la Nazionale italiana sono 47, con tre partecipazioni olimpiche e tre mondiali: se non ha vinto di più, probabilmente, è per l’allungarsi della specialità da 10 a 20 km, altrimenti staremmo parlando di una leggenda. Che purtroppo, non c’è più.