Presentata in pompa magna come la battaglia tra Stephen Curry e James Harden, la gara-1 della finale di Western Conference non ha decisamente tradito le attese, men che meno lo hanno fatto i due protagonisti più attesi, rispettivamente MVP (Curry) e vice-MVP della regular season: il meglio del meglio che l’Nba possa offrire, in sostanza.
Vittoria per chi ha sbagliato meno, in una sfida senza esclusione di colpi di scena. Ma la sfida non è stata solo tra questi due campioni: diversi sono stati i duelli del match, condizionato comunque dall’infortunio per i Rockets di Dwight Howard, che stringerà i denti per esserci in gara-2. Intanto, i Golden State Warriors battono 110-106 gli Houston Rockets, andando a prendersi di prepotenza gara-1. Con questa, salgono a 5 (su 5) le sconfitte di Houston contro Golden State, ma la sensazione è che assisteremo a una serie equilibratissima.
Houston parte effettivamente alla grande, portandosi al +7 (24-31) alla fine del primo parziale. Vantaggio che arriva fino al +16 a inizio secondo quarto, fino al decisivo time-out di Steve Kerr, che sprona i suoi (“Non stiamo avendo una difesa degna dei playoff”) e riesce a far scattare la scintilla a Golden State, che deve sfruttare appieno la carica della Oracle Arena: negli ultimi 7 minuti del secondo quarto, Golden State piazza un terrificante parziale di 25-6, che la fa arrivare all’intervallo lungo sul 58-55.
Sale in cattedra Harden (28 punti, 11 rimbalzi e 9 assist per lui), che tiene a galla i Rockets, fino ad arrivare al 97 pari dell’ultimo quarto. Poi, parte lo show di Curry (top scorer del match con 34 punti), che dà spazio a tutto il suo repertorio e trascina i Warriors fino al 108-97 dell’ultimo quarto, con una partita che sembra chiusa ma che Ariza e Smith riaprono clamorosamente, fino al -2 (108-106) a 14” dal termine. Ci pensa Curry, a 11” dalla fine, a mettere i 2 liberi della sicurezza, che inchiodano il punteggio sul 110-106. I Warriors sono sull’1-0 nella serie, la Oracle Arena può festeggiare.