C’è chi è entrato nella storia per un gol nella finale dei Mondiali, c’è chi è famoso per aver vinto Palloni d’Oro a ripetizione, c’è chi è salito sul tetto d’Europa un anno sì e l’altro pure. Ecco, parliamo di calciatori che hanno deciso di entrare nella storia del calcio dalla porta principale. Joseph Ilunga Mwepu, questo il nome del nostro protagonista, ha deciso di farlo dalla porta laterale, di soppiatto, sperando di non essere visto. Sì, perché quel giorno, durante i Mondiali del 1974, siamo sicuri che Mwepu avrebbe voluto nascondersi con la testa sotto la sabbia. O forse no, semplicemente perché il regolamento era un ‘di più’ per i giocatori africani dell’epoca, tutto genio (ancora poco) e sregolatezza (tanta, tantissima).
Ma, prima di farvi impazzire, spieghiamo la vicenda. Lo Zaire, per la prima volta qualificato alla Coppa del Mondo, si presenta a Germania ’74 in un match contro i campioni in carica del Brasile, il Brasile di un Pelé in fase calante, ma pur sempre il Brasile… di Pelé! Dopo la sconfitta onorevole con la Scozia (2-0), gli africani avevano subito la cappotta dagli jugoslavi (9-0 il risultato finale). All’85’ minuto, lo Zaire è sotto di 3 reti, e c’è una punizione dal limite per i verdeoro, con Rivelino pronto a battere.
Ebbene, lo stesso Rivelino prende tempo, parlotta coi compagni, e dalla barriera si stacca il nostro eroe, Mwepu, che spazza il pallone più lontano possibile e si becca, oltre al giallo dell’arbitro, anche l’ironia di tutti i giornali dell’epoca. La realtà, però, era ben più agghiacciante. Lo Zaire era sotto la dittatura di Mobutu Sese Seko, che dopo il 9-0 con la Jugoslavia disse alla squadra: “Se perdete per più di 3-0 nessuno tornerà a casa vivo“. Fu preso dal panico, era in gioco la sua vita e quella dei suoi compagni: “I brasiliani ridevano, ma non capivano cosa io provassi in quel momento“. Lui le regole le conosceva benissimo. E questa è la storia di Mwepu, eroe dello Zaire, che si è spento venerdì all’età di 65 anni.