Se ne parlava da anni, ma San Antonio era sempre riuscito a smentire sul campo quello che prima o poi doveva succedere: la fine del ciclo di una grande squadra, i San Antonio Spurs. I campioni in carica Nba abbandonano al primo ostacolo post regular season ogni sogno di ripetersi, perdendo in gara-7 contro i ben più affamati Los Angeles Clippers, che sfideranno così gli Houston Rockets nelle semifinali di Western Conference.
Premettiamo che quello di San Antonio non è stato un completo fallimento. Bisogna però considerare che, dietro Golden State e i Cavs di LeBron, San Antonio era partita come la terza favorita assoluta per la vittoria finale: ebbene, in regular season solo il 67% di vittorie. Troppo poco. Duncan e Ginobili avevano, peraltro, posticipato il loro ritiro per provare a rivincere l’Nba: non è andata bene, e non per loro. I fallimenti più clamorosi della stagione di San Antonio sono stati sicuramente Parker e Diaw, che non hanno dato la marcia in più che era lecito aspettarsi, e la difesa, tutt’altro che perforabile.
Eppure, nella sfida di stanotte c’è stato un grande equilibrio: 111-109 il risultato, deciso soprattutto da un Chris Paul in stato di grazia che, seppur infortunato, ha fatto ammattire gli Spurs, i quali, già avendo un organico migliore dei Clippers, non hanno saputo approfittare del fatto che il loro miglior avversario fosse a mezzo servizio. Anzi, ha sprecato diverse occasioni per passare il turno.
Partiti alla grande con la loro esperienza, gli Spurs hanno subito la rimonta dei Clippers, che hanno rimesso subito in carreggiata la partita. Alla fine, i top scorer saranno l’immenso Chris Paul e l’indomabile Tim Duncan, entrambi con 27 punti. Partita meravigliosa anche quella di Blake Griffin, i cui 24 punti sono risultati fondamentali nei momenti decisivi del match. Passano i Clippers, gli Spurs si leccano le ferite.