“Basta dare soldi a queste quattro lesbiche”: sciopero del calcio femminile contro Belloli

Dopo le assurde dichiarazioni all'assemblea della Lnd del suo presidente, Felice Belloli, le calciatrici di Brescia e Tavagnacco hanno deciso di non scendere in campo per la finale di Coppa Italia femminile, almeno fino a quando Belloli non avrà rassegnato le sue dimissioni

“Basta dare soldi a queste quattro lesbiche”: sciopero del calcio femminile contro Belloli

Alla fine, qualcosa doveva succedere, ed è puntualmente successo. La finale di Coppa Italia femminile tra Brescia e Tavagnacco non si giocherà, almeno fino a quando Felice Belloli resterà presidente della Lega Nazionale Dilettanti. Il discusso successore di Tavecchio, infatti, l’aveva combinata decisamente grossa: durante la riunione del dipartimento femminile della Lnd, Belloli aveva sbottato: Basta dare soldi a queste quattro lesbiche!; frase messa a verbale, purtroppo per il presidente della Lnd.

Stamattina, una riunione indetta dall’Assocalciatori e dall’Assoallenatori a Milano ha ratificato la clamorosa decisione: Brescia e Tavagnacco non scenderanno in campo per la finale di Coppa Italia, originariamente prevista per questo sabato. Affinché rientri questa decisione, il passo principale è quello delle dimissioni di Felice Belloli dal ruolo di presidente della Lega Nazionale Dilettanti. Ma non basta. Questo è stato il momento, per il calcio femminile, di riconsiderare alcuni aspetti strutturali: “E’ giunto il momento, dopo 30 anni di inefficienza e immobilismo di dare autonomia al calcio femminile uscendo dalla Lega Nazionale Dilettanti. Ciò permetterebbe di gestire tutto il movimento dal vertice alla base attraverso una filiera unica”.

Brescia e Tavagnacco, quindi, in attesa della decisione di Belloli hanno deciso di incrociare le braccia, e di non scendere in campo per questo importante match. Secondo alcune indiscrezioni Belloli, messo alle strette, starebbe meditando effettivamente di dimettersi; sono solo voci di corridoio, per ora. Il presidente della Lnd è stato ‘costretto’ a valutare la decisione dalle pressioni che sono arrivate dal mondo sportivo: dal presidente della Figc Tavecchio al numero uno del Coni Giovanni Malagò, dalla tennista Martina Navratilova (che lesbica lo è davvero) al calciatore del Napoli Manolo Gabbiadini (fratello della calciatrice Melania).

E domenica, durante il match di Serie A maschile tra Verona ed Empoli, quando sono scese in campo le neo-campionesse d’Italia del Verona femminile, hanno esposto uno striscione per chiedere rispetto e parità di trattamento con il calcio maschile. Vedremo gli sviluppi della vicenda, che comunque sembra aver preso una decisione ben precisa.

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