Ciclismo: dieci anni a Johan Bruyneel nel caso Armstrong

Dopo le confessioni di Lance Armstrong, l'Usada ha chiesto dieci anni di squalifica all'ex Team Manager dell'Us Postal, squalda del texano. Richiesti anche otto anni al medico Celaya e al preparatore Marti

Ciclismo: dieci anni a Johan Bruyneel nel caso Armstrong

Dieci anni di squalifica a Johan Bruyneel il padrone della Us Postal ai tempi in cui gareggiava Lance Armstrong vincitore di ben sette Tour de France, poi cancellati. L’Usada, l’agenzia antidoping statunitense, ha chiesto anche otto anni al medico di allora Pedro Celaya e al preparatore Pedro Marti.

Queste sono le richieste dopo le dichiarazioni del corridore americano che nel corso di un intervista di un paio di anni fa ammise di aver fatto uso di pratiche dopanti nel corso dei suoi sette tour vinti. Ma naturalmente nella sua squadra erano in molti ad aver usato il doping per migliorare le proprie prestazioni in corsa dato che della sua squadra iniziale in molti verranno poi squalificati, basti ricordare i casi di Hamilton e Landis.

Il caso di Landis fu clamoroso dato che dopo esser andato in crisi perdendo ben otto minuti da Pereiro che lo superò in classifica generale, il giorno dopo Landis scattò a più di cento chilometri dall’arrivo rifilando ben sette minuti allo spagnolo avvicinandosi di fatto allo spagnolo superato poi nella cronometro finale. Come ben si sa a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca e di fatto fu cosi dato che dopo alcuni giorni si venne a sapere della positività di un corridore nelle prime posizioni della classifica e il nome corrispondeva proprio a Floyd Landis. Fu lo stesso corridore ad ammettere in un secondo momento ad aver fatto uso di sostanze dopanti su suggerimento porprio del suo team manager Johan Bruyneel con i consigli di lance Amrostrong che verrà poi scoperto solo diversi anni dopo.

Per quanto riguarda la squalifica richiesta, l’Usada afferma come “le prove stabiliscono in maniera definitiva che Johan Bruyneel era all’apice di una cospirazione per il ricorso al doping sistematico ai team della Us Postal e della Discovery Channel, per molti anni e con il coinvolgimento di diversi corridori. Allo stesso modo il dottor Celaya e Marti facevano parte o avevano un ruolo strumentale al complotto”.

Il doping purtroppo continua ad essere presente in questo sport bellissimo ma col passare del tempo le cose sembrano migliorare e i furbi vengono spesso scoperti. La speranza è per chi ama questo sport è che il peggio sia passato e che tutti gareggino puliti.

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