Le donne curde sono famose per la loro fierezza ed il loro coraggio, e sono sempre state di fondamentale importanza per il successo dei guerriglieri in battaglia, avendo dimostrato a più riprese di non essere da meno rispetto agli uomini quando si tratta di imbracciare un fucile. Ma un video ad una bambina curda, girato lo scorso Gennaio, ha rappresentato una delle testimonianze più crude ed esplicative di quanto il popolo curdo sia disposto a sacrificare per la propria libertà. La protagonista è infatti una bambina, dall’età stimata attorno ai 7 anni secondo quanto riporta il Daily Mail, intervistata mentre si trova alla sua postazione, di fonte alla mitragliatrice.
Vestita con un paio di jeans, un maglioncino e scarpe rosa, la piccola bambina-soldato si è dimostrata a suo agio nell’imbracciare l’arma, mostrando all’intervistatore come sparare sotto i suoi stessi incitamenti, e sfoggiando un gran sorriso dopo ogni raffica. “Sparo a Daesh!” (il nome con il quale è conosciuto lo Stato Islamico nei Paesi mediorientali) ha esclamato poi la piccola, quando l’uomo le ha chiesto cosa stesse facendo. I due hanno continuanot a scambiarsi battute in curdo: “Quanti membri dell’Isis hai ucciso?”; Lei ci ha pensato un attimo, poi ha sorriso. Alzando quattro dita della mano.
“Quattrocento” ha quindi risposto con sicurezza. Un numero probabilmente tutt’altro che vicino alla realtà, vista la tenera età della bambina-soldato, ma lascia un forte senso di sbigottimento riportare come la piccola tratti quel mitragliatore con la stessa familiarità con cui, normalmente, bambine della stessa età trattano bambole e giocattoli. Poi un’altra raffica: “Uccidere!” ha ripetuto più di una volta lei premendo il grilletto. Il video originale dell’intervista è intitolato “Young YPG Girl Shoots PK Machine Gun”; YPG è la sigla che indica l’Unità di Protezione della Popolazione, impegnata sul campo di battaglia a combattere i miliziani dell’Isis sin dall’anno scorso.
Le donne-soldato sono particolarmente temute dall’Isis, non soltanto per la loro tenacia ed il loro coraggio, ma anche per una questione puramente religiosa: secondo la convinzione degli estremisti islamici, i cosiddetti “martiri” che troveranno la morte in battaglia per mano di una donna, non avranno diritto ad alcuna vergine nell’aldilà, stando a quanto riportato dallo stesso Daily Mail.