Una bambina di soli 19 mesi ha rischiato di morire in un terribile incidente domestico, causato dalla mancanza di standard di sicurezza adeguati per la realizzazione del lettino dove stava riposando. La notizia è stata riportata da alcune delle maggiori testate giornalistiche britanniche, come il Daily Mail ed il Daily Mirror. Ophelia Conant, questo il nome della piccola, stava giocando nella sua culla, e come quasi tutti i bambini ha provato ad evadere da essa, aggrappandosi alle sbarre e sollevandosi al di sopra di esse. Ma purtroppo la bambina ha scelto la via sbagliata da dove passare, e la testa le è rimasta incastrata tra il bordo della culla, ed il manico utilizzabile dall’adulto in questione per il suo trasporto.
Così Ophelia, non potendosi più sollevare sulle braccia, è rimasta a penzoloni con la sbarra del suo lettino che le premeva sulla gola, e tutto il peso del corpo a spingere verso il basso. Una vera e propria trappola mortale inaspettata, che ha rischiato seriamente di farla andare incontro ad una fine tragica e prematura. Fortunatamente la piccola stava venendo sorvegliata a distanza dalla madre grazie al baby monitor, e proprio quest’ultimo le ha salvato la vita. Si è però scatenata una vera e propria bufera nei confronti di Phillip Dickens, 38enne di Burnely, direttore della Baumhaus Ldt., azienda importatrice della culla incriminata.
Secondo l’accusa infatti, le culle acquistate da Dickens proverrebbero dalla Cina, e sarebbero pertanto sì a norma con gli standard di sicurezza cinesi, ma non certo con i meno permissivi standard di sicurezza britannici. La giudice Karen Holt ha tuttavia affermato che Phillip Dickens non finirà in galera, almeno per il momento, in quanto non sussisteva da parte sua l’intenzione di ledere alla salute altrui.
La Holt ha rivolto queste parole all’imputato, presentatosi in aula in seguito alla denuncia: “(la signora Conant) Vedendo pendere dal collo la propria bambina attraverso il baby monitor era, usando le sue stesse parole, completamente traumatizzata. Secondo il suo punto di vista, senza ombra di dubbio il fatto che avesse un baby monitor ha salvato la vita di sua figlia. Questo è un reato grave, perché reso possibile soltanto dalla tua negligenza. Avresti potuto causare la morte di una bambina”.
L’azienda rivenditrice delle culle come quella che stava per uccidere Ophelia Conant ha reso noto di aver subito requisito i 212 pezzi analoghi venduti in tutto il Paese, non appena era stata fatta recapitare in sede la scioccante testimonianza dell’incidente occorso ad Ophelia con quello stesso tipo di lettini, rivelatisi una vera e propria trappola mortale per lattanti.