Fin da quando viene concepito, un figlio è al centro delle preoccupazioni di ogni genitore che spera che nasca sano e forte per poter affrontare la vita nel migliore dei modi. Quando, purtroppo, le cose non vanno per il verso giusto, però, non bisogna mai darla vinta al destino e rimboccarsi le maniche per rendere comunque speciale la vita della creatura che abbiamo messo al mondo.
Lo sa bene Kim Smith che è la mamma della piccola Reagan, una bimba di sette anni che ama la danza e sogna di poter diventare una ballerina. Purtroppo, però, nessuna scuola di danza vuole accettarla: Reagan, infatti, soffre di autismo e nella città in cui vive (Charlotte in North Carolina) non vi sono corsi di danza adatti ai bambini con esigenze speciali.
Kim non riusciva a sopportare questa situazione, non riusciva ad accettare il fatto che sua figlia per un motivo o per un altro dovesse sempre sentirsi diversa dagli altri bambini e, consapevole del fatto che altri genitori provavano le sue stesse sensazioni, ha deciso di agire e di fare qualcosa di molto utile per sua figlia e per tutti i bimbi speciali.
Kim fonda la scuola “A chance to Dance”
Anche Kim, infatti, ha sempre amato la danza ed ha deciso di mettere a disposizione questa sua passione e la sua esperienza nel settore per rendere felici alcuni bambini ed ha trovato il supporto di un’altra insegnante di danza che si chiama Donna Mitze che le ha offerto anche i locali per poter ospitare alcuni allievi con particolari disabilità.
La scuola si chiama “A chance to Dance” che significa appunto un’occasione per danzare, quella stessa possibilità che tutti fino ad ora avevano negato a questi bambini che adesso, invece, possono essere felici e sognare come tutti gli altri.
La sua iniziativa ha fatto poco tempo il giro del mondo e sono ormai 10 i volontari che hanno deciso di aiutare Kim nella sua missione e ben 34 gli alunni che seguono questo corso. Alcuni soffrono di autismo, altri di sindrome di Down, alcuni sono addirittura non vedenti o hanno subito delle amputazioni alle gambe. Tra gli altri vi è anche chi soffre di nanismo, chi ha una paralisi cerebrale o soffre di epilessia.
“Non importa quanto grave sia la loro disabilità. Il nostro obiettivo è quello di divertirci e di creare un ambiente positivo ed amorevole, che gli dia coraggio per andare avanti. Perché essere felici e divertirsi è un diritto di tutti” sono queste le parole di Kim che oggi è orgogliosa di aver dato questa grande opportunità a tutti quei piccoli sognatori che riescono a trovare nella danza quell’occasione per sentirsi uguali agli altri e dimenticare la loro disabilità.
“La danza è l’unica cosa che fa andare avanti mia figlia. È l’unica cosa che aspetta per tutta la settimana. Se potesse indosserebbe il tutù 24 ore al giorno” è quello che racconta la mamma di una delle allieve, Sophia Grace, che soffre di un particolare disturbo genetico che le provoca crisi epilettiche ed un deficit di attenzione e iperattività.
La storia di ogni bambino che frequenta questa scuola di danza è davvero commovente ma rappresenta un vero e proprio inno alla vita e dimostra a tutti che non esiste barriera, limite o disabilità che possa impedire ad un essere umano di sognare e di essere felice.