Nesos, il vino ottenuto con uva che riposa in mare

Proviene dall'Isola d'Elba il vino Nesos. I grappoli d'uva vengono fatti riposare in mare prima della vinificazione. Il produttore Antonio Arrighi utilizza una tecnica di 2.500 anni fa.

Nesos, il vino ottenuto con uva che riposa in mare

Il vino che prende il nome di Nesos nasce dalla collaborazione fra Attilio Scienza e Antonio Arrighi. Scienza è un docente di viticoltura dell’Università degli Studi di Milano e Arrighi è il proprietario di un’azienda vinicola sull’Isola d’Elba. 

Il professore studiò le tecniche etrusche per la preparazione del vino. Gli Etruschi, infatti, utilizzavano grappoli d’uva lasciati riposare in mare prima d’essere asciugati per poi procedere con la vinificazione.

Grazie a questo antico passaggio, il vino risulterà più aromatico e naturale senza ricorrere all’utilizzo di solfiti. Arrighi a tal proposito, infatti, ha dichiarato “La presenza di sale nell’uva, con effetto antiossidante e disinfettante ha permesso di provare a non utilizzare i solfiti, arrivando a produrre, dopo un anno di affinamento in bottiglia, un vino estremamente naturale, molto simile a quello che si produceva 2.500 anni fa”

Grazie alla collaborazione dei due, sono state preparate 40 bottiglie di vino utilizzando quest’antica tecnica. La preparazione non aveva, quindi, scopo lucrativo, ma intendeva valorizzare la tradizione, il territorio e la storia. 

A settembre del 2018 i grappoli sono stati selezionati accuratamente, in quanto non dovevano presentare nessuna lacerazione la quale avrebbe danneggiato l’acino una volta a contatto con l’acqua salmastra del mare. L’uva è stata lasciata in mare per 5 giorni a 10 metri di profondità, per poi essere fatta asciugare all’aria aperta. Nell’ultimo passaggio, l’uva è stata immessa in anfore di terracotta senza i raspi e con le bucce. 

L’Università di Pisa ha condotto delle analisi sul vino Nesos, ed è emerso che il quantitativo di fenoli presenti è il doppio rispetto al vino tradizionale. I fenoli sono sostanze aromatiche.

Stefano Muti ha prodotto il cortometraggio “Vinum Insulae” per ripercorrere l’esperimento. Per Attilio Scienza, il vino ha tutte le caratteristiche per arrivare ad un buon invecchiamento ma, per esserne certi, bisognerà aspettare. Grazie al buon risultato ottenuto, si prevede una produzione di 120 bottiglie nelle prossime annate.

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