Ogni anno, puntualmente, il 31 dicembre in Giappone si verificano dei decessi tutti attribuibili ai Mochi: delle palline di riso che appartengono alla tradizione culinaria giapponese. Trattasi di panini tondeggianti composti da riso gommoso. I suddetti panini di riso rappresentano una vera e propria insidia per i buongustai del Sol Levante, nonché un pericolo mortale, nonostante siano nati come dolcetti di buon auspicio per l’anno nuovo.
Queste pericolose pagnotte dall’innocua parvenza altro non sono che palline di riso macinato e pestato, ridotto ad una gommosa pasta bianca. Possono essere cucinati con tantissime farciture: gelato, marmellata di fagioli rossi, creme, e tutto ciò che suggerisce la golosità soggettiva. Stando all’opinione di chi li ha provati, il sapore è senza dubbio eccezionale.
Ma allora cos’hanno di così estremamente nocivo? Il pericolo è rappresentato dalla loro compattezza. È la loro gommosità che li rende particolarmente difficili da masticare. Il rischio di ostruzione da corpo estraneo nella gola è dietro l’angolo. Il riso impiegato nella preparazione dei Mochi giapponesi è di tipo glutinoso con molto amido, tritato manualmente in un mortaio, e miscelato con l’acqua, lo zucchero, il latte, e l’amido di mais.
Le vittime che sono soffocate mentre masticavano i Mochi sono state 9 nell’anno 2015, 1 nell’anno 2016, e 2 nel corso del 2017. Senza considerare i vari ricoveri di giapponesi in condizioni critiche che poi ne sono usciti indenni. I più inclini a soffocamento da Mochi sono gli anziani ultra 65enni, i quali riportano serie difficoltà a deglutire il gommoso composto di riso che caratterizza tali dolcetti di fine anno.
Ma ogni anno le autorità giapponesi provvedono a fare delle raccomandazioni preventive con l’avvicinarsi del Capodanno: “Se sono troppo grandi per voi, tagliate i mochi a fettine sottili prima di mangiarli”. Evidentemente, il desiderio di divorarli con foga prevale su qualsiasi tipo di cautela.