La triste storia dei bambini di Lidice che commuove il mondo (2 / 2)

Le donne, invece, caricate su dei camion, furono destinate ai campi di concentramento di Ravensbrück e Auschwitz. Alcune di loro furono sottoposte a esperimenti scientifici e torture, altre furono destinate a lavorare nelle fabbriche finché reggevano o erano utili. Di 198 donne, solo 143 furono liberate, di queste alcune furono trovate gravemente malate.

La sorte dei bambini non fu meno terribile. Nel villaggio vivevano 99 bambini che avevano un’età compresa da 1 a 16 anni. Prima vennero tutti condotti alla fabbrica tessile di Łódź; mentre 17 bambini furono “risparmiati”, perché affidati a delle famiglie tedesche per essere “germanizzati“, i restanti 82, il 2 luglio 1942, furono condotti al campo di sterminio di Chełmno, su ordine del generale Adolf Eichmann, e sterminati nelle camere a gas. Solo dopo alcuni anni dalla fine della guerra venne rivelata la sorte dei bambini e i bambini destinati alla “germanizzazione” furono riportati in patria.

Del paesino non rimase nulla, se non le macerie e non venne più ricostruito. Solo nel 1949 si decise di ricrearne una parte, nelle sue vicinanze, per rendere memoria alle vittime. Oggi, nei pressi di Lidice, sorge un museo della memoria con una scultura che ricorda quei bambini vittime del nazismo. Il rintocco della campana della cappella dove riposano i corpi dei martiri della guerra ne ricorda la sorte.

Molti Stati nel mondo, colpiti dalla vicenda, si unirono per raccogliere fondi affinché il martirio di Lidice non fosse dimenticato e gli Stati Uniti fecero stampare e affissero dei manifesti di protesta.