Inghilterra: intervista alle piccole transgender di 6 e 8 anni

Ecco uno scorcio dell'intervista della BBC a Lily e Jessica, due piccole transgender inglesi di 6 ed 8 anni nate come bambini, dopo l'operazione che le ha rese femmine

Inghilterra: intervista alle piccole transgender di 6 e 8 anni

Lily e Jessica, come sono state ribattezzate in maniera fittizia dalla BBC, sembrano essere due normali bambine rispettivamente di 6 ed 8 anni. Ma la particolarità che le accomuna va ben oltre le apparenze: Lily e Jessica sono infatti due tra le più piccole transgender di tutto il regno unito. A raccontare la loro storia è stata la BBC, attraverso un’intervista resa possibile grazie alla concessione dei rispettivi genitori in seguito all’operazione. “Mi faresti un disegno di come sembri, un disegno di te?” apre l’intervistatrice, interrogando Lily seduta di fronte ad un foglio bianco, matita alla mano.

“Ok” risponde la piccola, iniziando a disegnare. Comincia così lo scorcio della videointervista alla piccola transgender, che ha spiegato a Victoria Derbyshire, reporter incaricata di porre le domande: “Se avessi dovuto vivere come un ragazzo, sarei rimasta scioccata. Ma ora che ho iniziato a vivere come una ragazza, mi sento molto meglio”. A Lily è stato poi chiesto quando esattamente avesse “deciso” di essere una ragazza, al che la piccola ha risposto: “Da tutta la vita“.

“Quando le incontrai, confesso che fossi scettica riguardo al fatto che bambini così giovani potessero avere un’idea così chiara di essere nati nel corpo sbagliato” ha poi affermato Victoria Derbyshire “Come poteva qualcuno così giovane essere così sicuro di identificarsi nel sesso opposto, di voler indossare abiti da donna, giocare con le bambole e stare insieme alle altre bambine nella sua classe? […] Ma queste bambine sembrano adamantine. I loro genitori mi hanno detto che anche loro pensavano fosse solo una fase, che crescendo sarebbe passata. Ma se era solo una fase, è durata diversi anni”.

La Derbyshire ha raccontato il forte senso di disagio vissuto dalle due piccole nei loro “panni da maschi”, spiegando che Jessica “Non riusciva più ad andare a scuola perché i ragazzi pensavano fosse una femmina, e non volevano che utilizzasse i loro bagni. Ed a lei non era permesso andare in quelli delle bambine. Jessica era arrivata al punto di non bere più un sorso d’acqua a scuola, e si teneva la sete fino a quando non arrivava a casa”.

In un altro aneddoto su Jessica, la giornalista ha raccontato che “Una volta, un’inserviente della mensa la ringraziò per avere raccolto delle posate dal pavimento, dicendole <<bravo ragazzo>>. Jessica reagì malissimo, iniziando ad urlare. Ci vollero cinque insegnanti per riuscire a calmarla”. Ovviamente non sono mancate domande ai genitori, in special modo alle madri di Jessica, alle quali è stato chiesto se avessero mai pensato che la loro relazione omosessuale avesse potuto influire nella scelta di vita della piccola.

“Sì, è una cosa che ci è passata per la testa-ha confermato Ella, madre della bambina-ma non abbiamo fatto nulla per far accadere una cosa del genere. Non puoi mettere un vestito da donna ad un bambino se non è lui a volerlo indossare”. Ella ha poi affermato che i parenti di Jessica continuano ad accusare la coppia di aver condizionato la giovanissima transgender; un’accusa che la madre ha bollato come “assurda”.

Tornando a Lily, Victoria Derbyshire ha proseguito chiedendole perché volesse vestire abiti da bambina. La piccola ha risposto così: “Perché volevo vedere come stavo, volevo vedere se la gente avrebbe riso di me o no, volevo capire se così sarei stata più felice”. “Riesci a ricordare come ti sentivi quando vestivi abiti da maschio, quando eri più giovane?”, ha proseguito l’intervistatrice. Questa è risposta che ha ottenuto dalla bambina transgender: “Ero piuttosto triste, e quando ho iniziato a vestire abiti da ragazza per andare a scuola, mi sono sentita molto meglio”. E’ poi arrivata la domanda inevitabile, quella che non può non passare nella testa di chiunque di fronte a casi di questo genere: “Credi che da grande potresti cambiare idea?”.

“E voler essere di nuovo un ragazzo? No” ha risposto Lily, categorica.

Stando alle stime fornite dalla NHS (National Health Service), il sistema sanitario nazionale britannico, il numero di bambini al di sotto dei dieci anni che hanno manifestato la volontà di cambiare sesso è quadruplicato nel corso degli ultimi sei anni. La stessa Tavistock and Portman NHS Trust, eminente fondazione leader a livello mondiale nel campo della salute mentale e dell’assistenza sociale, ha apertamente ribadito il proprio benestare all’intervista, specificando che: “Sia incoraggiante che la BBC abbia intervistato due bambine che si identificano come trasngender”. Una presa di posizione netta, riguardo ad una questione delicatissima e sempre più d’attualità, che non manca mai di scatenare polemiche accesissime, sia da una parte che dall’altra.

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