Alcune tecniche usate dai marine Usa per sopravvivere all’annegamento (2 / 2)

“L’unica chiave per sopravvivere in acqua in queste situazioni è avere un ottimo controllo del respiro. Se i polmoni di un essere umano sono pieni d’aria, il corpo riesce a galleggiare” spiega Clint Emerson il quale poi aggiunge che “in acqua dolce è più difficile galleggiare e sopravvivere ma non è impossibile”.

L’uomo ci tiene anche a precisare che bisogna avere un ottimo controllo del panico che potrebbe causare l’iperventilazione ed essere in questi casi nemico della sopravvivenza. Mantenere la calma e la lucidità è dunque fondamentale.

Clint a spiega anche che le restrizioni, come gli arti legati, possono rendere più complessa la sopravvivenza e la capacità di mantenere la calma ma, soprattutto nelle acque poco profonde, è possibile utilizzare una tecnica come quella riportata in queste immagini che sarà fondamentale per riuscire a sopravvivere.

In particolare sarà necessario inabissarsi fino a toccare il fondo e spingersi con le gambe verso l’alto per saltare fuori dall’acqua e recuperare ossigeno prima di riaffondare e così via.

Sono svariate le tecniche che possono essere utilizzate nel caso di abbandono in acque basse. Come fare, invece, quando un corpo viene abbandonato in acque più profonde?

Clint ci tiene ad analizzare anche questo caso: “in queste situazioni far affiorare la testa oltre il pelo libero dell’acqua è molto più difficile ma grazie ad alcune rotazioni complete del corpo è possibile fare dei respiri più profondi è andare avanti “