Yamaha applica l’intelligenza artificiale anche alle sue moto

In occasione del Motor Show di Tokio, Yamaha propone una sua soluzione di intelligenza artificiale volta ad aumentare la sicurezza di chi guida i bolidi su due ruote. Grazie a MotoBot, sarà possibile implementare forme di supporto alla guida anche delle moto?

Yamaha applica l’intelligenza artificiale anche alle sue moto

In questi giorni, la casa motoristica giapponese Yamaha è presente al Tokyo Motor Show e ha colto l’occasione per presentare il suo primo androide “da corsa”, l’avveniristico Yahama MotoBot. MotoBot, il cui claim è “Sono stato creato per sorpassarti, miglioro le mie capacità ogni giorno” è un sistema di guida automatico, in forma di pilota, in grado di svolgere le classiche mansioni di guida di una moto: accelerare, frenare, scalare le marce aiutandosi con la frizione etc.

Non fa ancora bene le curve, tant’è che il veicolo che guida è stato dotato di rotelle, un po’ come quelle che si mettono ai bambini quando stanno imparando ad andare in bici le prime volte.

E un bambino MotoBot, a suo modo, lo è: parte con alcune conoscenze già di base sulla guida ma, grazie alla sua complessa intelligenza artificiale, si fa conto che riesca a migliorare le sue capacità molto rapidamente (attualmente ammette di non riuscire a battere Valentino Rossi nemmeno quando aveva 5 anni anche se è già capace di girare un intero circuito a 200 km orari).

La finalità, tranquillizzatevi, non è quella di fare le scarpe ai piloti veri e propri (ci pensano già i regolamenti…) creando uno sport per sole macchine che ben poche attrattive avrebbe per i comuni esseri umani: i piloti robot farebbero mai delle belle derapate per sorpassare il proprio avversario?

O, più probabilmente, programmerebbero traiettorie sempre pulite ed impeccabili tentando un sorpasso solo quando avessero la matematica certezza di uscirne vincitori? 

Il vero proposito di MotoBot è quello di analizzare, attraverso un sistema di guida basato sull’intelligenza artificiale, quali siano le principali difficoltà in fatto di guida su moto e di verificare se le soluzioni di supporto alla guida, come nelle auto, anche nelle moto possano contribuire ad elevare il grado di sicurezza nella guida di questo particolare veicolo. In modo da creare moto più sicure, sia per gli utenti normali, sia – verosimilmente – per quelli “da gara” che, a volte, purtroppo, ci lasciano – tragicamente – le penne.

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