Salone di Tokyo: Yamaha con 4 prototipi di mobilità personale per il garage del futuro

All'incipiente Salone dell'Auto di Tokyo, sarà presente anche la giapponese Yamaha che, in questo caso, resterà "confinata" all'ambito delle moto, pur presentando 4 interessanti prototipi destinati a rappresentare il futuro della mobilità personale.

Salone di Tokyo: Yamaha con 4 prototipi di mobilità personale per il garage del futuro

Tra poco meno di una settimana, il 22 Ottobre, si aprirà il Salone di Tokyo che verrà sfruttato anche dai produttori di moto per proporre le loro soluzioni relative alla mobilità personale: Yamaha ha già prenotato un evento, intitolandolo “Yamaha Future Garage: risoniamo il futuro”, lasciando chiaramente intuire che, nel novero dei 20 modelli che mostrerà, di cui 6 in anteprima, vi saranno anche svariati concept e prototipi che denoteranno, appunto, quel che occuperà i nostri garage in futuro.

Una delle proposte più interessanti sarà costituita dalla Yamaha MOTODROID: si tratta di una moto elettrica decisamente naked, per quanto il telaio residuo sia sufficientemente muscoloso, e sinuoso (specie nell’interessante forcellone). Gran parte della componentistica è scoperta, come pure le 6 batterie cilindriche poste sotto al sellino, dotato di una seduta che “costringe” il pilota ad un assetto sportivo quanto comodo e sicuro. L’elemento peculiare di questa moto consta nell’essere dotata di intelligenza artificiale: in pratica, è in grado di riconoscere il suo pilota, e di adattarsi in modo da soddisfarne le esigenze, sì da generare quel piacere di guida che si potrebbe tradurre nella parola giapponese “Kando”. 

Ovviamente, difficilmente vedremo MOTODROID su strada, ma le sue tecnologie di guida assistita basate su intelligenza artificiale e machine learning sì: difatti, verranno integrate nei modelli più moderni della casa di Iwata. 

Un altro progetto interessante, che Yamaha porterà al Salone di Tokyo, consiste in Motobot, versione 2. In questo caso, si tratta di un robot, inventato nel 2015, per guidare una moto da competizione, ovvero una RM1 usata nei campionati di SuperBike o MotoGP. Il primo modello consisteva in un robot eteroguidato che accelerava, innestava le marce tramite il piede robotico, e frenava, mantenendo l’equilibrio tramite rotelle laterali: la nuova generazione, presentata a Tokyo nel 2017, invece, consisterà in un vero robot autonomo, capace di equilibrarsi sulla moto tramite giroscopi, e di girare su circuiti ad alte velocità. Quando lo si sarà implementato per reggere i 200 km/h, verrà testato in una gara cronometrata contro Valentino Rossi e, in caso di esito positivo, fornirà soluzioni per le future moto dei 3 diapason. 

All’edizione del Salone di Tokyo di quest’anno, dopo la leggerissima (750 kg, grazie al vetro-resina) Sports Ride Concept, una splendida supercar esibita all’edizione 2015 della medesima kermesse, Yamaha mostrerà un nuovo veicolo a 4 ruote, nella fattispecie dello Yamaha MWC-4: in termini di design, vi è il richiamo sia alle moto che agli strumenti musicali dell’azienda ma, in concreto, si tratta di una sorta di scooter a 4 ruote (evoluzione del tri-ruote Tricity 125), con abitacolo, poltroncina, e propulsione elettrica (coadiuvata da un estensore di autonomia, forse a gas): la novità di questo veicolo è che, oltre ad una “tecnologia di controllo dell’altitudine”, grazie ad un sensore di inclinazione posto sulle strette coppie di ruote anteriori e posteriori, il MWC-4 è capace di piegarsi come una moto. Con tutta, o quasi, la comodità di un’auto (o di un furgoncino Ape). 

Concepita per sembrare quasi una bici normale, al centro del Salone di Tokyo, farà bella mostra di sé anche la bici a pedalata assistita Yamaha YPJ-XC: degna evoluzione della YPJ-MTB vista l’anno scorso, ma spinto da un recentissimo motore PW-X, questo prototipo è assai vicino a quello che sarà commercializzato, anche se sconta un’autonomia non esagerata. Per disporre di più potenza e autonomia, infatti, Yamaha consiglia di convergere sui altri 3 modelli, rappresentati dal “touring” YPJ-TC, dalla “crossover” YPJ-ER, e dalla “stradale” YPJ-EC.

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