Se hai vissuto tra i 14 e i 18 anni negli anni ’90, è quasi certo che tu abbia posseduto uno scooter. Dal mitico Phantom F12 al Booster Spirit, dal Typhoon all’Aprilia RS allo Zip, praticamente ogni ragazzino di quell’epoca usciva di casa obbligatoriamente con il suo due ruote, a cui a volte teneva più della propria vita.
Oggi la situazione è completamente cambiata, e gli scooter che un tempo facevano sognare i giovani di 25 anni fa, non esistono più. Ma cosa è successo? I motivi di questa trasformazione che fa venire la lacrimuccia a chi oggi ha attorno ai 40 anni, sono molteplici, a cominciare dai costi.
Fino all’epoca d’oro degli scooter (nel 1997 furono venduti 678mila 50cc, un record assoluto), acquistare un motorino, un casco e un’assicurazione era una spesa che quasi tutte le famiglie potevano permettersi. Oggi la situazione è completamente diversa, a cominciare proprio dall’assicurazione, la voce di spesa che è aumentata maggiormente. Si parla di una base di 200 euro, un costo troppo elevato considerando che bisogna aggiungere il casco, oltre al carburante, ovviamente.
Un altro aspetto che senza dubbio ha contribuito alla scomparsa degli scooter è il cambiamento generazionale che ha portato a una diminuzione della passione per i motori tra i giovani di oggi. Acquistare uno scooter non significava solo possedere un mezzo che ti portava da un punto A a un punto B, ma era un simbolo di status.
Lo scooter era il mezzo da sfoggiare agli amici e una volta che si andava in concessionaria per comprare il cinquantino desiderato, iniziava tutto un mondo fatto di scarichi modificati, filtri personalizzati, nuovi cilindri e così via. Ovviamente, tutto ciò si avvicinava al limite dell’illegalità, ma la realtà era che all’epoca si faceva non tanto per andare più veloci, ma semplicemente per avere un suono migliore: un bel rumore significava attirare l’attenzione dei coetanei e, si sperava, anche di quella ragazza o di quel ragazzo desiderato.
Un altro aspetto che senza dubbio ha avuto un impatto è più sociologico e profondo, ed è un cliché, ma è la pura verità: i genitori negli anni ’90 erano in gran parte meno apprensivi rispetto a quelli di oggi, di conseguenza erano meno disposti ad accompagnare i propri figli.
Qualche tempo fa, la sociologa Roberta Sassatelli dell’Università Statale di Milano, ha detto: “Dal 2000 in avanti i rapporti tra genitori e figli sono cambiati molto, prima si incoraggiava l’autonomia dei figli, mentre la tendenza successiva a quella data è che i ragazzi vengono trasportati molto di più dai genitori, per andare a scuola e partecipare alle varie attività pomeridiane. Oggi c’è una maggiore paura da parte dei genitori per ciò che potrebbe accadere ai figli, aumentando così il pericolo percepito, pertanto dare loro uno smartphone, agli occhi dei genitori, è un modo per controllare i figli“.
Lo smartphone ha di fatto sostituito lo scooter: se prima si aspettava di compiere 14 anni per avere lo scooter, oggi si aspetta quell’età, forse anche prima, per avere il telefono.
Infine, l’ultimo motivo che ha portato alla sparizione degli scooter è l’aumento dell’uso di biciclette elettriche e monopattini. Oggi, di fatto, il monopattino elettrico è lo scooter dei 14enni, un mezzo decisamente più economico e immediato rispetto allo scooter: non devi fare benzina, non devi pagare un’assicurazione e non devi proteggerti.
Salvini vorrebbe imporre l’uso del casco, la targa e le frecce per i monopattini, ma fino ad oggi si è potuto circolare liberamente senza alcun obbligo. È probabile che eventuali restrizioni possano ridurre notevolmente il numero di monopattini in circolazione, come accadde nel 2000 quando l’uso del casco divenne obbligatorio anche per i maggiorenni sugli scooter? La risposta potrebbe essere affermativa, ma è necessaria una regolamentazione, come dimostra ad esempio la stretta imposta da Parigi sulle biciclette e i monopattini a causa degli incidenti.
L’epoca d’oro degli scooter non tornerà più e come tutte le cose malinconiche del passato, non possiamo che esserne un po’ dispiaciuti.