La Svizzera è il Paese più felice del mondo. A rivelarlo è stata una ricerca condotta dalla Columbia University di New York, che mediante il suo direttore Jeffrey Sachs ha spiegato così lo scopo dello studio: “Quantificare la felicità serve a stimolare i Governi a fare di più, per il benessere dei loro abitanti”. Per determinare l’indice di felicità sono stati presi in analisi diversi fattori come livello del tenore di vita medio, sistema sociale ed onestà della classe politica. Non a caso, dopo gli elvetici “campioni di felicità” troviamo un nutrito blocco di Paesi scandinavi, sempre al top per quel che concerne le politiche sociali, il reddito medio e la trasparenza dei loro esponenti di governo.
La Norvegia si piazza infatti al secondo posto della graduatoria, confermandosi come una vera e propria isola di pace che, nonostante il clima rigido, risulta meta ambita da un numero sempre crescente di lavoratori. Al terzo posto si assesta invece il Canada, il “cugino minore” degli Stati Uniti d’America, con i quali ha negli anni instaurato un controverso rapporto di amore ed odio. Il Canada risulta essere molto spesso ridicolizzato dai ferventi conservatori statunitensi, eppure la qualità della vita nel Paese nordamericano è straordinariamente più elevata rispetto a quella degli USA. A confermarlo, ironia del destino, è stata proprio la ricerca condotta in quel di New York.
Finlandia, Olanda, Svezia, Nuova Zelanda ed Australia seguono a ruota, mentre le nazioni del sedicente G20 masticano amaro: la prima tra queste figura essere la Germania, che ha conquistato un “dignitoso” piazzamento alla 26° posizione tra i Paesi più felici del mondo. Tre posti più sotto troviamo la Francia, mentre per riuscire ad individuare l’Italia è necessario scorrere giù, fino al 50° posto. Il Belpaese insomma non risulta nemmeno vicino a quello che è l’Olimpo delle nazioni felici, grazie alle sue controverse politiche sociali, alla corruzione della classe politica e ad un tenore di vita non esattamente idilliaco. Il Giappone risulta essere invece il Paese con la più alta aspettativa di vita al mondo.
“Per redigere la classifica-ha spiegato Sachs-abbiamo tenuto in considerazione, di ognuna delle 158 nazioni che abbiamo esaminato, il Pil per abitante, la speranza di vita, la fiducia nelle istituzioni, la percezione di libertà ed il sostegno sociale cui il cittadino può far capo”. Fattori che hanno severamente bastonato il nostro Paese, uscito decisamente malconcio dal confronto con le altre realtà occidentali. In coda troviamo, e non è una sorpresa, Stati africani come Togo, Burundi, Benin, Ruanda, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea e Ciad, i quali sono riusciti a “battere” persino la spietata concorrenza di Afghanistan, Iraq e Siria nella corsa al poco ambito titolo di “Paese più triste del mondo”. Il che, di questi tempi, è tutto un dire.