13 dicembre: Santa Lucia, vergine e martire

La devozione a Santa Lucia, la giovane che in tenera età si consacrò al Signore, martire durante le persecuzioni di Diocleziano, è giunta fino ai nostri giorni. Questa la storia della sua vita.

13 dicembre: Santa Lucia, vergine e martire

Santa Lucia è tra le sante più amate e pregate dalla devozione cristiana. La Chiesa le riserva un posto nel Canone Romano, sono solo sette le donne citate nella preghiera liturgica, una di queste è Lucia, vergine e martire per la fede.

Aneddoti e tradizioni raccontano la storia di Lucia, ma grazie a fonti antiche e attendibili è possibile avere, di questa Santa, un quadro chiaro e sicuro. Studiando gli atti greci e latini, del V secolo si è potuto verificare l’autenticità della “Passio” latina che descrivere gli ultimi momenti della vita di Santa Lucia.

La vita di Santa Lucia

Lucia nacque a Siracusa verso il 281, la sua famiglia era nobile e cristiana. Quand’era ancora piccola, in modo personale e segreto si consacrò al Signore, promettendogli perpetua verginità. Lucia era una bella ragazza, e come si faceva allora, i genitori la promisero come sposa a un uomo che si era invaghito di lei. 

La madre di Lucia, Eutichia, s’ammalò gravemente. Passato qualche tempo e vedendo che non guariva la figlia le propose di andare insieme in pellegrinaggio a Catania, per pregare presso la tomba di Sant’Agata, la vergine martire patrona della Città e chiedere a Dio la grazia della guarigione. Il 5 febbraio del 301 giunsero al sepolcro di Sant’Agata e insieme, tra le lacrime, implorarono il miracolo. Lucia disse alla madre di toccare con la mano della fede la tomba della Santa, confidando fermamente nella sua intercessione presso il Signore.

Proprio in quel mentre Lucia ebbe una visione. Sant’Agata le disse: “Sorella mia Lucia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi ottenere per tua madre? Ecco che, per la tua fede, ella è già guarita!”. Poi aggiunse: “come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”. Terminata la visione, Eutichia era miracolosamente guarita. Lucia allora confidò alla madre il desiderio di rinunciare al matrimonio per donare la vita a Dio, e per amore di Cristo, di dare tutte le proprie ricchezze ai poveri.

Da quel momento Lucia, fattasi povera, si dedicò alle opere di misericordia senza interruzione. Serviva i poveri, gli orfani, le vedove, gli infermi e i ministri della Chiesa di Dio. Per tre anni ella potè dedicarsi agli altri come aveva sempre desiderato, finchè un giorno l’uomo a cui era stata promessa in sposa, per vendetta, la denunciò al tribunale dell’impero romano, con l’accusa di essere “cristianissima”, questo nel momento in cui erano in atto le persecuzioni contro i cristiani dell’imperatore Diocleziano.

Lucia venne subito arrestata e invitata a sacrificare agli déi pagani, ma si rifiutò e per questo e venne processata da Pascasio, il magistrato competente. Ad ogni accusa Lucia rispondeva prontamente con parole tratte dalla Sacra Scrittura, tanto che “il testo dell’interrogatorio è un vero capolavoro di ricorso alla parola biblica” scrive Carlo Fatuzzo in santiebeati.it

Lucia rimase miracolosamente illesa da ogni supplizio che le veniva inferto. Prima che il suo crudele assassino le colpisse la gola con la spada, profetizzò che presto le persecuzioni di Diocleziano sarebbero finite e finalmente la Chiesa avrebbe avuto la pace. Era il 13 dicembre del 304. Lucia venne sepolta a Siracusa, nelle grandi catacombe cristiane. Il culto a Santa Lucia si diffuse presto in tutta la Chiesa fino ai nostri giorni.

Il nome Lucia significa lux, luce per questo a partire dai secc. XIV-XV inizia ad essere invocata come patrona degli occhi e nell’iconografia viene rappresentata con in mano un piattino in cui sono riposti i suoi stessi occhi.

Continua a leggere su Fidelity News