Un gruppo WhatsApp che consentiva agli utenti di segnalare i posti di blocco è stato chiuso di recente

La chiusura del gruppo solleva alcune questioni legali riguardanti gli amministratori e ciò che potrebbero affrontare come conseguenza della gestione di tale gruppo

Un gruppo WhatsApp che consentiva agli utenti di segnalare i posti di blocco è stato chiuso di recente

Recentemente, un gruppo WhatsApp che aveva come obiettivo principale segnalare posti di blocco e autovelox sulle strade è stato scoperto e chiuso dalle autorità competenti. Gli amministratori del gruppo rischiano ora conseguenze molto gravi, tra cui la possibilità di dover scontare persino una pena detentiva. Nel gruppo erano presenti centinaia di persone e tale attività potrebbe essere considerata come un reato di “interruzione di pubblico ufficio”.

È sorprendente quanto la solidarietà possa manifestarsi anche in ambito stradale, offrendo una sensazione di appartenenza a qualcosa di più grande, una sorta di resistenza agli accertamenti delle forze dell’ordine. A tutti noi è capitato di essere avvisati della presenza di agenti di polizia grazie ad un autista che ci passa accanto e fa lampeggiare i fari. Tuttavia, a questi momenti occasionali di connivenza si affiancano a volte reti di “aiuto reciproco” ben organizzate, come quella che utilizzava WhatsApp per segnalare la presenza di posti di blocco e autovelox nella zona di Brescia.

Questi utenti si erano addirittura evoluti fino a sviluppare un linguaggio in codice per comunicare tra di loro. Grazie a questa attività considerata illegale, molti controlli sono stati elusi e la vita di coloro che magari avevano un tasso alcolemico lievemente superiore al limite consentito potrebbe essere stata salvata. Il gruppo, tuttavia, ha creato problemi che hanno portato alla sua chiusura: chi era coinvolto nella sua gestione potrebbe essere chiamato a rispondere per le proprie azioni di fronte alle autorità. Attualmente, gli amministratori non sono stati ancora identificati, ma sicuramente avranno molte spiegazioni da dare.

Nel gruppo circolavano non solo segnalazioni, ma anche foto e video delle volanti della polizia e dei carabinieri. Va sottolineato che ormai da alcuni anni molte app di navigazione consentono agli automobilisti di inserire note e segnalare lavori, incidenti e posti di blocco, al fine di rendere più accurata la stima del percorso da seguire e, perché no, di tenere gli altri automobilisti informati sugli eventuali ostacoli lungo la strada.

Tuttavia, interrompere un pubblico ufficio costituisce un reato che prevede fino a un anno di reclusione, mentre i gestori del gruppo social potrebbero affrontare fino a cinque anni di reclusione. La denuncia penale rappresenta un deterrente maggiore rispetto alla semplice sanzione amministrativa, che comporta la decurtazione dei punti sulla patente e l’applicazione di una multa di importo variabile. 

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