Toyota brevetta l’angelo custode che vigilerà sulla tua guida sicura

Toyota ha appena comunicato l'intenzione di seguire un nuovo approccio nella guida autonoma e ha annunciato la progettazione di un angelo custode virtuale che prenderà il controllo dell'auto solo in particolari circostanze d'emergenza.

Toyota brevetta l’angelo custode che vigilerà sulla tua guida sicura

Come tutti i big del settore auto, anche la giapponese Toyota – già leader delle auto ibride – si sta concentrando nel nuovo segmento delle auto a guida autonoma. Tuttavia, in quel di Aichi (sede dell’azienda), si sta perseguendo un approccio decisamente innovativo alla tematica dell’automotive chiamato “angelo custode”.

I laboratori Toyota, nome in codice TRI (Toyota Research Institute), stanno lavorando alacremente, secondo le comunicazioni della stessa azienda, alla messa a punto di un sistema di guida autonoma ibrido. Il sistema in questione, definito “angelo custode (“guardian angel”) prevederebbe che un’intelligenza artificiale (appunto, l’angelo custode), prenderebbe il controllo della guida “temporaneamente”, ovvero in situazioni di emergenza come una frenata ritardata o il sopraggiungere di un colpo di sonno. Tanto per capirci, la tragedia di Barcellona (dovuta, infatti, ad un colpo di sonno dell’autista) in cui 13 studentesse Erasmus (7 italiane) han perso la vita…si sarebbe potuto evitare con un sistema quale quello in studio presso i laboratori Toyota.

L’esperto di robotica e direttore dei centri di ricerca Toyota – Gill Pratt – ha spiegato il motivo della scelta d’un approccio ibrido alla guida autonoma. Secondo lo studioso, passare dalla guida autonoma a quella a controllo totale è difficoltoso per l’utente medio che, nella transizione, impiegherebbe ben 8 secondi di “riadattamento”. Giustamente, i sensi del pilota – tranquillizzati dalla guida autonoma – dovrebbero ridestarsi prima di riprendere il controllo dell’auto: ecco, questi 8 secondi potrebbero generare problematiche non indifferenti. Per questo motivo si sta pensando ad una sorta di “angelo custode” che intervenga, per l’appunto temporaneamente, solo in particolari circostanze d’emergenza delegando, per il resto, la guida al pilota umano.

Un altro dettaglio molto importante, sempre diffuso dal dottor Pratt e condiviso dal Chief Technical Officer di Toyota, James Kuffner, è quello dell’architettura di tal angelo custode. Anche per una questione di risparmio energetico si preferirebbe non depositare tutte le informazioni in locale. L’ideale sarebbe di usare dei chip neuromorfici in grado di apprendere, quasi umanamente, dai dati che dovrebbero venir messi a disposizione da tutte le società impegnate in test sulla guida autonoma. Secondo Toyota, in tal modo la sicurezza delle vetture ne guadagnerebbe alquanto. 

I primi test dovrebbero partire nel TRI alla base del Monte Fuji e potrebbero, poi, proseguire nelle sedi americane che sorgono nei pressi del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e della Stanford University di Palo Alto. 

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