Le Google Cars, secondo secondo il cofondatore di Google Sergey Brin, sono estremamente intelligenti e sono, già ora, in grado di riconoscere l’inversione a U di un altro veicolo, o il sopraggiungere delle forze di polizia e delle autoambulanze, oltre che intercettare il nostro wireless. Non sono, tuttavia, ancora testate in condizioni estreme, ad esempio su strade ghiacciate o coperte da neve: non dubitiamo, comunque, che sarebbero ben capaci di gestire anche circostanze del genere vista la loro proverbiale prudenza.
In queste ore, infatti, è giunta notizia che un agente del Mountain View Police Department, nei pressi – quindi – della sede di Google, avrebbe notato un’auto che viaggiava così lentamente da aver creato una bella coda dietro di sé. Nello specifico, l’auto avvistata viaggiava a 24 miglia orarie (39 km/h) in un quartiere nel quale la circolazione era consentita a 35 miglia orarie (56 km/h).
Per questo motivo, dicevamo, il poliziotto in questione avrebbe fermato l’auto accorgendosi quasi subito, vista la collocazione del conducente (non al posto di guida ma, comunque, in posizione di controllo), del fatto che si trattava di una Google Car. La macchina non è stata multata visto che, secondo il codice stradale della California, capitolo 385.5, rientrerebbe nella “Neighborhood Electric Vehicle Definition” (ovvero si tratta di una macchina a bassa velocità, un po’ come le macchine per i campetti da Golf, https://goo.gl/OVoaAm) ma, di sicuro, sarà stato fatto un formale ammonimento al tutor dell’auto in questione.
Google, dal canto suo, ha emesso un comunicato sul suo profilo ufficiale ospitato dal social Google Plus ed ha spiegato che le Google Car sono concepite per dare alla gente un senso di tutela dai pericolo. Per questo motivo non sfrecciano per le strade ma si è imposto loro, di default, una velocità di crociera di 25 miglia orarie massime.
Con tale approccio, conclude Google, le sue auto hanno percorso 1,9 milioni di chilometri di test (pari a 90 anni di esperienza umana) senza mai esser multate. Almeno non per incidente e per la (sicura) gioia degli assicuratori…