La crisi climatica, uno dei temi più rilevanti che l’uomo dovrà affrontare nel corso di questo secolo, impone la necessità di prendere una serie di misure tanto drastiche quanto impopolari.
La Commissione Europea, avendo a cuore la necessità di tutelare la salute e l’ambiente, da più tempo si batte per rendere fattibile l’obiettivo di una UE a zero emissioni. In ragione di questo target fissato per il 2050, da più parti si è dell’idea che il prossimo 14 luglio una scelta di portata storica potrà colpire il mondo dell’auto.
In quella data, quando la Commissione Europea presenterà un pacchetto di provvedimenti volti a contrastare l’inquinamento atmosferico dei Paesi membri, non è da escludere che si metterà sul tavolo lo stop alla vendita di vetture alimentate a benzina e diesel. Al momento così come anticipato dall’Acea, l’associazione UE dei costruttori di auto, si tratta solo di indiscrezioni, ma la necessità di dare un’accelerata alla transizione energetica, lascia presuppore che una decisione forte sia comunque nell’aria.
Mettere in commercio solo auto a zero emissioni allo scarico, comporterebbe però un cambiamento non solo industriale, ma soprattutto epocale. Invocato da tempo, la proposta della Commissione Europea dovrebbe poi passare al vaglio del Parlamento Europeo, dove arriverebbero a scontrarsi gli interessi di un comparto dove a farla ancora da padrone sono le vetture mosse dai derivati dei combustibili fossili.
A questo punto, se nel Green Deal europeo si dovesse ipotizzare un taglio delle emissioni del 60% per il 2030 a fronte dell’attuale target del 37,5%, valore che poi salirebbe al 100% nel 2035, ci si domanda che fine faranno le auto ibride: l’idea che sta prendendo piede, è che anch’esse potrebbero aver vita molto breve. Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per l’unione energetica, ha infatti precisato che “le vendite di auto a batteria stanno aumentando progressivamente, il che ci lascia ben sperare per il futuro, un piano che sembrava ambizioso per il 2030 e oltre potrebbe essere confermato come valido proprio dal modo in cui risponderà il mercato”.