L’Unione Europea impone tasse fino al 48% sulle auto elettriche cinesi

L'Unione Europea impone tasse fino al 48% sulle auto elettriche cinesi, suscitando tensioni commerciali e influenzando la transizione verso la mobilità sostenibile.

L’Unione Europea impone tasse fino al 48% sulle auto elettriche cinesi

L’Unione Europea ha deciso di applicare tasse fino al 48% sulle auto elettriche importate dalla Cina, seguendo l’esempio degli Stati Uniti in una mossa che sta scuotendo il settore automobilistico globale. La decisione è stata annunciata il 13 giugno 2024 ed entrerà in vigore il 4 luglio dello stesso anno. La Commissione Europea ha giustificato questa decisione come una risposta alla competizione sleale da parte dei produttori cinesi di veicoli elettrici, notoriamente aggressivi sul mercato europeo grazie a sussidi governativi (e a salari più bassi).

Marchi come BYD, Geely (che controlla Volvo, Lotus, Smart e Meizu) e SAIC sono stati identificati come beneficiari di sovvenzioni statali significative, che hanno consentito loro di abbassare i prezzi e penetrare profondamente nel mercato europeo, minando la concorrenza equa con i marchi locali e tradizionali. Secondo le autorità europee, queste misure protezionistiche sono state necessarie per ripristinare un ambiente di mercato equo e garantire che i produttori europei non siano svantaggiati da pratiche commerciali distorte.

 Le tariffe, che aumenteranno fino al 48% per SAIC, 20% per Geely e 17,4% per BYD rispetto al 10% attuale, avranno conseguenze significative sull’industria. Non solo i produttori cinesi subiranno un aumento dei costi di importazione, ma anche marchi occidentali come Tesla, BMW e Renault, che producono in Cina per esportare in Europa, saranno colpiti da tariffe più elevate. Attualmente, circa il 20% delle auto elettriche vendute nell’UE proviene dalla Cina, una cifra che potrebbe salire fino al 25% entro la fine del 2024.

Questo indica l’importanza crescente dei produttori cinesi nel mercato europeo delle auto elettriche. La Cina ha reagito con forti proteste, definendo le tariffe europee una violazione delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e minacciando ritorsioni.

Questa posizione ha creato preoccupazioni particolari in Germania, dove aziende automobilistiche come Volkswagen e BMW temono restrizioni nel mercato cinese, vitale per le loro strategie globali. Il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, ha difeso le tariffe come necessarie per garantire un campo di gioco equo, sottolineando l’importanza di rispettare le normative commerciali internazionali concordate.

Il futuro del commercio delle auto elettriche tra Cina e UE rimane incerto, con entrambe le parti impegnate in negoziati e possibili azioni legali presso l’OMC. Nel frattempo, i produttori europei e cinesi dovranno adattarsi a un ambiente commerciale più complesso e incerto, dove la politica e l’economia globale si intrecciano in modi sempre più intricati.

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