In un’epoca in cui la competitività globale è al centro dell’attenzione economica, la Cina sta emergendo come un gigante nell’industria automobilistica, scuotendo il mercato europeo e sollevando l’allarme tra le case automobilistiche del Vecchio Continente.
I produttori cinesi, ampiamente sovvenzionati dal governo, hanno recentemente superato l’esportazione di veicoli rispetto alla Germania, e secondo le previsioni di Moody’s Analytics, sembrano pronti a sorpassare anche il Giappone entro la fine del 2023. Questo successo è il risultato di una strategia industriale ben orchestrata e di politiche di sostegno che includono generose agevolazioni per i produttori locali.
Ciò che rende questa situazione ancora più preoccupante per l’Unione Europea è il fatto che la Cina è già il principale mercato per le auto elettriche, con il 60% di queste vendute l’anno scorso nella Repubblica Popolare. L’Agenzia Internazionale dell’Energia riporta che oltre la metà delle auto elettriche in circolazione nel mondo sono in Cina. Questa supremazia cinese si estende anche al mercato delle batterie e della componentistica, con un aumento delle esportazioni di auto elettriche del 35% l’anno scorso.
Questo boom cinese sta colpendo il cuore dell’industria automobilistica europea, che contribuisce in modo massiccio alla crescita economica del continente. Secondo l’Acea (Associazione dei Costruttori Europei di Autoveicoli), circa 13 milioni di lavoratori europei sono impiegati nell’industria automobilistica, direttamente e indirettamente, rappresentando il 7% di tutti i posti di lavoro dell’Unione Europea. Inoltre, il settore contribuisce annualmente con 375 miliardi di euro di gettito fiscale agli Stati membri e rappresenta oltre l’8% del Pil dell’intera UE.
Questa crisi imminente nel settore automobilistico, che rappresenta uno dei settori manifatturieri più strategici dell’UE, potrebbe avere gravi conseguenze economiche e sociali. La Cina sta penetrando sempre più aggressivamente nel mercato che fino a poco tempo fa era dominato dai produttori europei.
Questo fenomeno è ulteriormente amplificato dalla transizione ecologica in atto, che ha visto un aumento delle vendite di auto elettriche a batteria in Europa, superando quelle dei veicoli a diesel. Mentre ciò è positivo dal punto di vista ambientale, presenta sfide commerciali e produttive per l’Europa.
Sigrid de Vries, Direttore Generale dell’associazione, ha dichiarato: “La Cina ha lo sguardo rivolto al mercato europeo, che ha il potenziale per cambiare radicalmente il volto delle industrie europee così come le conosciamo“. Ha inoltre evidenziato come le mosse politiche di Pechino nell’occupare aggressivamente i vari stadi delle catene di fornitura dell’industria automobilistica stiano portando risultati concreti.
Sebbene ci sia ancora un lungo cammino da percorrere, con solo il 13% delle vendite di veicoli elettrici nell’UE, la Cina sta acquisendo una posizione di vantaggio inesorabile. Nel primo semestre di quest’anno, secondo la società di consulenza automobilistica Inovev, l‘8% dei nuovi veicoli elettrici venduti in Europa è stato prodotto da marchi cinesi, in aumento rispetto al 6% dell’anno precedente e al 4% del 2021. Almeno 11 nuovi veicoli elettrici fabbricati in Cina sono previsti per essere lanciati in Europa entro il 2025, secondo uno studio di Allianz.
Il finanziamento statale e la politica di supporto del governo cinese hanno permesso alla Cina di dominare i vari aspetti della filiera automobilistica, dall’estrazione dei metalli alla raffinazione fino alla produzione delle batterie, che rappresentano una parte significativa del valore di un’automobile.