Le auto a guida autonoma dovranno essere dotate anche di senso etico?

Mentre prosegue lo sviluppo della tecnologia della guida autonoma, qualcuno già si domanda come queste auto dovranno affrontare il dilemma etico. Nel caso di incidente inevitabile, chi si dovrà proteggere, e chi dovrà invece essere sacrificato?

Le auto a guida autonoma dovranno essere dotate anche di senso etico?

Come dovrebbe essere programmata un’auto nel caso in cui si dovesse trovare nel bel mezzo di un incidente inevitabile? Chi dovrebbe salvare, e chi dovrebbe invece sacrificare? Come si sarà intuito, siamo di fronte ad un vero e proprio dilemma etico, un rebus filosofico che l’intelligenza artificiale applicata alle self-driving cars dovrà prima o poi affrontare.

In quel caso di tratterà di prendere delle decisioni nel giro di una frazione di secondo. Se qualsiasi scelta possibile dovesse causare la morte di qualcuno, sulla base di quale considerazione si dovrebbe decidere se salvare una persona piuttosto che un’altra? Oppure sarebbe più giusto far morire il singolo piuttosto che un gruppo di più persone? Oppure sacrificare un anziano per permettere di far vivere un bambino?

Chiaramente la risposta non è facile. Ma l’intelligenza artificiale che si troverà a guidare un’autovettura, dovrà per forza di cose prendere una scelta di vita o di morte. E questa dipenderà ovviamente dalla sua programmazione.

Per cercare di dare una risposta, una squadra di ricercatori della Ghent University (Belgio) ha utilizzato un gruppo di 200 volontari. Costoro sono stati sottoposti ad un esperimento noto anche con il nome di The Trolley Problem, o problema del carrello ferroviario. Ai partecipanti è stato annunciato che sarebbe stato inflitto un potente elettroshock ad un gruppo di topi. Per salvarli sarebbe però stato sufficiente schiacciare un pulsante, che avrebbe deviato la scossa letale su un’altra gabbia dove vi era un unico topo. In questa parte del test, il 66% del campione ha affermato che avrebbe deciso di sacrificare il topo solitario.

Una volta messi però di fronte al pulsante che avrebbe materialmente deviato il circuito elettrico, la percentuale è salita all’84%. Per la cronaca si è trattata di una messinscena: nessun topo ha subito nessuna scarica elettrica. L’esperimento ha voluto solamente comprendere le conseguenze delle decisioni emotive, quelle prese in un momento in cui si è sotto pressione. Ovviamente al punto non c’è una risposta univoca, ma prima o poi l’umanità dovrà essere in grado di potersi inventare qualcosa per superare il dilemma.

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