Con lo scandalo “dieselgate” (le emissioni truccate in 11 milioni di veicoli Volkswagen e di altri marchi correlati), sembra davvero giunta l’occasione per le auto elettriche.
Il mercato del settore è imperniato, per lo più, sulle auto ibride che, vista la scarsità di stazioni di servizio elettriche, hanno buon gioco ad utilizzare l’energia prodotta dalle varie fasi di guida per aumentare l’autonomia del veicolo che, in tal modo, fa più strada ma inquina di meno.
In quest’ambito la marca regina, come noto dagli spot tv, è senza dubbio la Toyota che, al 24 Agosto, poteva vantare ben 8 milioni di auto con tecnologia Hybrid vendute nel mondo.
Qualcosa, comunque, sta per cambiare anche nell’ambito delle auto elettriche e gli equilibri sin qui stabilitisi potrebbero mutare facilmente. Tesla, infatti, sta progettando – in America – auto del tutto elettriche che vantano performance davvero ottime anche se non riescono ancora a coprire le distanze delle auto normali e a quest’obiettivo si stanno dedicando anche alcune grandi aziende automobilistiche europee.
Dieter Zetshe, Ceo di Mercedes, ha infatti dichiarato di voler lavorare con Audi e BMW per la creazione di batterie per auto elettriche che consentano, a queste ultime, di raggiungere l’ambizioso traguardo dei 500 Km di autonomia. Traguardo, questo, che sdoganerebbe le auto elettriche da quella mobilità che, ad oggi, si restringe al pur utile ambito urbano: con batterie elettriche davvero performanti e facili da ricaricare, sarebbe possibile non solo non inquinare in città ma anche percorrere, a zero emissioni, l’Italia da un capo all’altro dello Stivale. Decisamente non male.
Attualmente le società chiamate in causa da Zetshe (ma anche altre) hanno già dei progetti in cantiere per quanto riguarda la creazione di auto autenticamente elettriche: la Mercedes si sta dedicando al progetto IAA, l’Audi punta sulla tecnologia e-tron che dovrebbe implementare la nuova Q6 del 2018 e la Porshe ha pronto il prototipo Mission E, un’auto sportiva in grado di fare proprio 500 Km e di ricaricare l’80% delle sue batterie in appena un quarto d’ora.
Insomma, mai quanto oggi, il momento sembra maturo per poter iniziare ad abbandonare concretamente e per una mobilità di massa (non solo di élite), la vetusta ed inquinantissima tecnologia del motore a scoppio alimentato dai derivati del petrolio.