Il Dieselgate ha rappresentato lo scandalo per eccellenza a livello mondiale del 2015: le auto della Volkswagen, e successivamente di altri marchi, avevano i dati truccati delle centraline dei motori diesel per rilevare delle emissioni corrette dal punto di vista ecologico, quando invece queste auto rilasciavano per aria pericolose polveri sottili ed inquinanti.
La Volkswagen, dopo l’emersione dello scandalo, si pronunciò come colpevole e cercò di riparare al grave errore commesso, richiamando entro l’anno i milioni di modelli sparsi per il mondo per “regolarizzare” le emissioni a favore dell’ecologie e correggendo il software furbescamente manomesso delle centraline elettroniche presenti su ogni modello. Anche altre aziende rimasero solo parzialmente coinvolte, come FCA, Peugeot, Renault e Citroen, le quali anch’esse richiamarono al tempo i modelli coinvolti nello scandalo.
Il Dieselgate, come risultato negativo, ha prodotto la bellezza di 5.000 morti solo in Europa, morti per il particolato delle polveri 2,5 PM immesse nell’atmosfera dai modelli truffaldinamente coinvolti; la strage di persone uccise dell’inquinamento è stata una mazzata per Volkswagen e compagni, ma tutto sommato, queste grandi industrie se la sono cavata alla grande.
Infatti, i modelli di Volkswagen a trazione diesel hanno visto uno spiccato incremento nelle vendite nell’anno successivo allo scandalo, così come è successo per le altre marche coinvolte. Tutte queste aziende hanno visto un +10% ed oltre nelle vendite dei modelli diesel, un controsenso se si pensa alla gravità delle accuse rivolte ai colossi europei dell’auto ed ai morti che indirettamente hanno provocato.
Le cause collettive esposte nei vari tribunali, tedeschi e di tutta Europa, stanno conoscendo dei cammini ad ostacoli, e non è chiaro se le varie class action registreranno delle vittorie in tribunale, con conseguenti multe molto pesanti inflitte alle aziende. Tuttavia, questo scandalo pare avere portato le aziende coinvolte a correggere il tiro e a regolarizzare i loro modelli; un secondo scandalo Dieselgate non sarebbe perdonato da consumatori e tribunali.