Gran parte delle auto moderne prevedono dei sistemi di guida assistita che, tra le altre cose, si occupano anche di impostare una frenata di emergenza nel caso delle auto rallentino improvvisamente, o vi siano degli ostacoli sul manto stradale. I sistemi in oggetto, però, sono concepiti – e con una certa ragione logica – per proteggere solo chi occupa l’abitacolo dell’auto.
Bosch, grande produttore mondiale di componenti per autoveicolo, ritiene – dati alla mano – che non vada tutelato solo chi occupa l’auto ma anche gli altri soggetti che utilizzano le strade per muoversi, ad esempio i pedoni che, troppo spesso, hanno la peggio negli incidenti nei quali sono coinvolti.
Per questo motivo la medesima azienda ha realizzato un sistema di assistenza alla guida che, individuato un pedone davanti all’auto sul quale è implementato, non solo rallenta progressivamente il veicolo ma, anziché frenare, attua una sterzata evasiva.
Nello specifico il tutto è realizzato mediante una videocamera frontale montata accanto allo specchietto retrovisore in modo da riprendere, in 3D, quanto si muove davanti il muso anteriore dell’auto: altri veicoli in avvicinamento o rallentamento, ostacoli su manto strada e, appunto, pedoni.
Raccolti questi dati, la videocamera li invia ad un sistema computerizzato il quale, individuato la presenza di pedoni davanti al proprio veicolo, calcola – ad elevata velocità – le probabilità di collisione e, nel contempo, traccia una manovra elusiva. A questo punto, sempre il computer verifica la svolta intrapresa dal conducente e, se la reputa insufficiente ad evitare l’impatto col pedone, la corregge secondo la traiettoria della propria manovra elusiva, aiutando – in tal senso – il conducente.
Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, come il sistema Bosch faccia ad essere così preciso nei suoi calcoli considerata la particolare natura di “ostacolo mobile” del pedone: le persone che attraversano la strada NON stanno ferme. Camminano, ognuna a velocità diversa, spesso hanno ripensamenti e tornano indietro, oppure azzardano e iniziano a correre. Scansarli, quindi, è tutt’altro che facile.
Bosh assicura d’aver curato anche quest’aspetto grazie ad un modello comportamentale del pedone, elaborato sulla base di un ricco archivio dati contenente i casi degli incidenti che hanno visto coinvolti i pedoni, e in grado di far prevedere al computer del progetto Bosch dove si troverà il pedone al momento in cui il conducente inizierà a far manovra ant’impatto.
Secondo Lutz Bürkle, a capo di questo progetto, nel caso il conducente reagisca almeno “mezzo secondo” prima dell’impatto, le probabilità di coinvolgere il pedone diminuiranno di circa il 60%. Al momento, come intuibile, il sistema “pro pedone” è ancora in fase di test e si prevede di metterlo in produzione solo intorno al 2018.