Secondo l’Istat (21.4% del totale) e l’ACI (3 casi su 4), la distrazione alla guida, magari causata da un trillo, da una vibrazione, o da una notifica da app e social, è una delle principali cause, in Italia, di incidenti. Le società automobilistiche, e quelle comunque impegnate nel settore dell’automotive e della guida assistita, ne sono consapevoli e, per questo motivo, stanno ideando delle soluzioni ad hoc: vediamo quelle di Nissan, Nuance, e VTouch.
La casa automobilistica giapponese Nissan ha presentato la sua soluzione per evitare che i nostri telefoni, sempre più iperconnessi, possano distrarci nel mentre l’attenzione dovrebbe totalmente essere dedicata alla strada: si tratta del “Signal Shield”, un rimedio ispirato al principio della “Gabbia di Faraday” (una struttura di materiale conduttore che isolava quanto contenuto all’interno dal campo elettrostatico circostante), e sostanziato in un vano ricavato nel ponte che separa i due sedili anteriori.
Questo vano, chiamato appunto “Signal Shield”, e montato in forma di concept su una Juke, suv crossover compatto, ha la capacità di isolare lo smartphone, o il tablet, dalla ricezione di segnali telefonici (2,3, 4G), Bluetooth, e Wi-Fi, eliminando – alla radice – la fonte della distrazione: a patto, ovviamente, di depositarci dentro il proprio device, cosa non facile per un uomo d’affari, un corriere, o semplicemente per una persona annoiata (in auto, passiamo 2 anni e 9 mesi della nostra vita).
Un’altra soluzione si basa sulla statistica secondo la quale il 91% degli incidenti deriva dall’errore umano e, quindi, è bene tenere le mani sul volante, avvalendosi della voce – naturale strumento d’interazione – per gestire i propri device, come spiegato anche dal responsabile tedesco per la ricerca sull’intelligenza artificiale, Wolfgang Wahlster.
Il problema è che l’uso di comandi vocali – spesso – risulta inefficace per chi ha talune disabilità, o problemi di pronuncia/accento: per questo motivo, l’americana Nuance, con un piede nell’italianissima Loquendo (ubicata a Torino), ha varato una soluzione chiamata “Dragon Drive”: una serie di 27 microfoni posizionati sotto il tettuccio e vicino ai passeggeri rileva i comandi pronunciati dal guidatore, isolandoli dai rumori esterni e dalle parole dei passeggeri (opportunamente riconosciuti), e li traduce in azione: nello specifico, aprendo la porta del garage qualche centinaio di metri prima di arrivare a casa, o cercando un parcheggio o un ristorante a certe condizioni (di prezzo, o di menu) nei paraggi della propria posizione, individuata grazie alle Here Maps (ex Nokia, ed ora del consorzio che unisce Intel, Audi, Bmw, e Mercedes).
Il Dragon Drive di Nuance, mostrato all’Auto Forum di Parigi, dovrebbe essere integrato nelle prossime auto, un po’ come Siri nell’iPhone, e non venduto separatamente come opzional.
Infine, come non citare la soluzione – in procinto di sbarcare già su alcuni esemplari di Hyundai e Kia del 2018 – allestita dalla start-up coreana VTouch: si tratta di un sistema di “Heads-Up Display” che ricorda un po’ il Gesture Control implementato sulle Bmw Serie 7 (o le analoghe soluzioni dei produttori statunitensi Navdy e Carloudy), e che prevede la proiezione dell‘interfaccia dello smartphone sul parabrezza, ad altezza dello sguardo del guidatore, che comunque potrà tenere sotto controllo la carreggiata ed i veicoli sullo sfondo, mentre – nel contempo, e con l’uso di intuitivi gesti – sovrintenderà a telefonate, percorsi GPS, ed alla propria hit-list preferita. Secondo VTouch, il loro sistema è preciso al 99%, ed elimina quasi del tutto il pericolo di gesti andati a vuoto.