Lo stop alla circolazione delle auto diesel Euro 5, previsto a partire dal primo ottobre 2025 nelle Regioni del Bacino Padano, sta sollevando un’ondata di preoccupazioni. A guidare la protesta è Federcarrozzieri, che parla apertamente di un “effetto tsunami” destinato a travolgere il mercato automotive italiano.
Il primo campanello d’allarme suona dall’Emilia-Romagna, ma il problema riguarda gran parte del Nord Italia e potrebbe trasformarsi in un’emergenza sociale ed economica di portata nazionale. La normativa, che rientra nei piani per migliorare la qualità dell’aria, porterà all’immediata esclusione dalla circolazione di circa 270.000 veicoli nella sola Emilia–Romagna. Una cifra che, estesa alle altre regioni coinvolte, rischia di crescere esponenzialmente.
Il rischio concreto, secondo Federcarrozzieri, è quello di mettere in difficoltà migliaia di cittadini che, non potendo permettersi un’auto nuova, si troveranno senza mezzi di trasporto. Il blocco delle Euro 5 potrebbe generare un effetto domino che travolgerà anche il mercato dell’usato.
Con le auto nuove sempre più care e i tempi di consegna spesso incerti, gli automobilisti si rivolgeranno inevitabilmente al mercato delle auto usate ancora circolanti. La conseguenza? Un incremento della domanda che farà inevitabilmente lievitare i prezzi. Le vetture Euro 6 e le ibride di seconda mano, ancora abilitate alla circolazione, potrebbero vedere i loro listini aumentare vertiginosamente, con effetti disastrosi per le fasce meno abbienti della popolazione.
L’associazione dei carrozzieri, oltre a evidenziare questa deriva economica, mette in luce un problema ben più radicato: l’età avanzata del parco auto italiano. Secondo i dati ACI, l’età media delle vetture in circolazione ha raggiunto i 13 anni. Un dato che testimonia l’assenza di politiche strutturate per il ricambio del parco circolante, sia in termini ecologici che di sicurezza.
In questo scenario, Federcarrozzieri chiede con forza alla Regione Emilia-Romagna un piano di incentivi concreti per aiutare chi vuole cambiare auto, favorendo il passaggio a veicoli più ecologici. Al tempo stesso, l’associazione appoggia l’emendamento presentato dalla Lega al decreto infrastrutture, che prevede una proroga di almeno un anno dell’entrata in vigore dello stop. L’auspicio è che la politica trovi un equilibrio tra esigenze ambientali e sostenibilità sociale. Perché è evidente che un blocco rigido, senza alternative reali per i cittadini, rischia di penalizzare proprio chi ha meno possibilità economiche.