A chi non è mai capitato di mettere la radio della propria automobile, almeno una volta, a tutto volume e di cantare a scuarcia gola la nostra canzone preferita? Ebbene, d’ora in poi non sarete più liberi di farlo. A stabilirlo, come riporta il portale di informazione giuridica studiocataldi.it, è la sentenza 7543 del 2016 della Cassazione.
Il caso, in particolare, riguarda un automobilista messinese che, fiero del proprio impianto stereo dotato di ben tre amplificatori da 1500 watts, girava tutto impettito per le strade cittadine, di notte, con il volume della radio al massimo. Questo signore, del quale l’identità è rimasta ignota, una volta fermato dalla Polizia, non solo si è visto sequestrare l’amato impianto stereo, ma si è visto anche consegnare una multa per ‘disturbo del riposo e delle occupazioni delle altre persone’, multa per la quale è stato poi condannato dalla Cassazione. Il malcapitato non solo ha dovuto pagare la multa – che si aggira intorno ai 300 euro – ma ha anche dovuto pagare circa mille euro per le spese processuali.
Questo sembra proprio essere un duro colpo agli amanti del tuning che, sulla scia dei film americani della serie ‘Fast and Furious‘, anche in Italia si sono lasciati prendere la mano da questa moda che consiste nel modificare non solo l’estetica delle autovetture di serie, ma anche di fornirle di impianti stereo molto potenti, capaci di emettere dei suoni a volume talmente elevato da far impallidire l’impianto audio di un concerto di ‘Black Metal‘.
Ad ogni modo, per gli amanti del tuning automobilistico, ricordiamo che avere un impianto audio performante in automobile non è reato, ma lo è soltanto l’uso improprio dello stesso in quanto, se usato di notte in un centro abitato, potrebbe arrecare disturbo a chi cerca di riposare o a chi, semplicemente, vuole rilassarsi in santa pace.
Nella sentenza della Cassazione, nulla o nessuno vieta l’installazione di tali impianti a patto che non vengano, però, utilizzati per arrecare disturbo a terzi.