In un clima surreale è finalmente giunto il Natale 2020 dai borghi e le città illuminate, le case sono state addobbate con alberi e presepi e ci si affanna alla corsa dgli ultimi regali, spesa compresa per la preparazione del cenone della vigilia e del pranzo di Natale. Un Natale meno consumistico ed effimero rispetto a quelli già trascorsi, anche perchè a tavola si siederanno solo pochi intimi, come impone l’ultimo DPCM del governo Conte.
Ma perchè lo spirito natalizio viene vissuto come l’atto del donare sin dai tempi più antichi? La storia ci insegna che già i romani durante le festività Saturnali di dicembre, in onore del dio dell’agricoltura, si scambiavano i Lari, ossia le statuette che rappresentavano i defunti, accompagnate dai ramoscelli di alloro e di vischio.
Doni associati dal cristianesimo all‘incenso, l’oro e la mirra offerti dai Re Magi a Gesù Bambino nella mangiatoia di Betlemme.Tradizione protratta nel medioevo e dai coloni olandesi, dopo la scoperta dell’America, quando venne introdotto il culto per San Nicola, ovvero il personaggio di Babbo Natale che consegna i i regali ai bambini buoni.
E interpretando l’antico e autentico spirito natalizio, raccomandato anche da papa Francesco, le associazioni di volontariato religiose e laiche si prodigano in tutta Italia per compiere le opere di carità verso le famiglie più bisognose. In questa atmosfera magica, i volontari della Protezione Civile Gruppo Lucano di Francavilla Marittima, in collaborazione con l’amministrazione comunale e le attività commerciali, hanno distribuito i cesti natalizi colmi di viveri di prima necessità alle persone indigenti, isolate dalla regressione economica e sociale causate dalla pandemia mondiale covid 19.
I cesti colorati e festosi sono stati decorati amorevolmente dai ragazzi ospiti presso la “Casa di Zaccheo“, centro specialistico per la cura e la protezione di bambini e adolescenti provenienti da famiglie fragili, rivestendo quei cesti provvidenziali di un alto valore umano.