La fusione FCA-PSA ridisegna le gerarchie mondiali dell’auto

La tanto annunciata fusione FCA-PSA provoca un vero e proprio terremoto nel settore dell’auto. L’unione dei due gruppi crea una nuovo player che conquista la quarta posizione mondiale in fatto di unità complessivamente vendute.

La fusione FCA-PSA ridisegna le gerarchie mondiali dell’auto

L’accordo raggiunto tra il gruppo FCA e PSA cambia radicalmente lo scenario mondiale dell’auto. Fino ad oggi rispettivamente all’ottavo e al nono posto in termini di auto vendute a livello globale, unendo le forze il nuovo aggregato risale la classifica posizionandosi alle spalle del gruppo Volkswagen, del gruppo Toyota e dell’alleanza tra Renault e Nissan. 

Il quarto player del settore, frutto di un matrimonio tanto cercato in vita dal compianto Marchionne, punta inevitabilmente a diventare leader della mobilità a livello planetario. La scelta, dettata dall’esigenza di imporsi sulla concorrenza, vuole altresì esaltare i punti vincenti di entrambi i gruppi, che avranno modo di beneficiare delle reciproche conquiste raggiunte sino ad oggi. 

In altre parole se FCA potrà avvalersi degli ultimi sviluppi tecnologici raggiunti da PSA in fatto di mobilità elettrica e guida autonoma, si offrirà allo stesso tempo come rampa di lancio di un brand come Peugeot, che storicamente non ha mai fatto breccia nel mercato statunitense

Ad ogni modo, seppur sbandierata come una fusione, a detta di molti osservatori, quella tra PSA e FCA è in realtà un’acquisizione. In altre parole non sarebbe un matrimonio alla pari, ma un acquisto per incorporazione del gruppo italo-americano da parte dei transalpini, che di fatto si troverebbero a dettare legge su un’infinità di marchi tricolori. 

Non a caso la nuova entità continuerebbe ad avere Carlos Tavares come amministratore delegato, la sede in Francia e la maggioranza dei membri all’interno del nuovo cda. La presidenza di John Elkann testimonierebbe invece il ruolo di minoranza della famiglia Agnelli-Elkann, che con l’operazione ha messo in atto un altro colpo al progressivo disimpegno dal mondo dell’auto. Del resto, FCA è da anni che galleggia in un settore dove la concorrenza ha puntato forte sull’elettrico, erodendole grandi quote di mercato. Con questo trend sarebbe stato difficile sopravvivere a lungo, ragion per cui unirsi con qualcuno, anche se in posizione di debolezza, era l’unica strada praticabile per poter continuare ad esistere.

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