Quando diciamo “indigeni” siamo abituati ad intendere persone che vivono in foreste lussureggianti senza alcun genere di civilizzazione, il retaggio anacronistico di tempi nei quali gli esseri umani vivevano ancora allo stato brado, senza alcun genere di evoluzione sociale sotto le regole di una civiltà prettamente tribale.
Ma ciò rende forse le loro vite meno preziose delle nostre? La risposta è “Sì” se siete cacciatori d’oro o di frodo ed il vostro unico interesse è il profitto.
Negli ultimi giorni è stato infatti lanciato un allarme riguardante la sopravvivenza delle ultime tribù indigene dell’Amazzonia, quelle che vivono lungo il confine tra la Colombia ed il Brasile e sono definite “contactless”, ovverosia prive di qualsivoglia contatto con la civiltà moderna.
Ad oggi non sono ancora giunte documentazioni fotografiche a corredo, ma sembra che i diversi gruppi criminali si siano interessati ai grandi giacimenti d’oro presenti in quei territori.
Giacimenti che certo promettono enormi ricchezze, ma possono anche significare la scomparsa definitiva delle ultime tribù di indigeni dell’Amazzonia. La notizia di queste ultime ore è infatti lo sterminio di un’intera popolazione di nativi da parte dei suddetti cercatori d’oro, i quali si sarebbero sbarazzati degli autoctoni per avere il via libera con gli scavi senza dover avere intralci di sorta.
“Li abbiamo uccisi, tagliati e gettati nel fiume“: queste le parole attribuite ad uno dei criminali in questione riportate da un articolo del quotidiano La Repubblica. La denuncia è infatti partita dagli stessi minatori i quali si sarebbero “auto-denunciati” vantandosi del genocidio. La conferma è arrivata anche dalla Fondazione nazionale dell’Indio, la quale ha dichiarato di avere rinvenuto almeno 10 cadaveri di indigeni massacrati presso il fiume Jandiatuba.
Survival International ha commentato spiegando che si tratta di una: “eliminazione di un gruppo etnico remoto. Se i fatti saranno confermati, questo significa che fino a un quinto dell’intera tribù è stato annientato”.
Nel frattempo il giudice federale di Brasilia Rolando Valcir Spanholo ha annullato un decreto emanato dal premier brasiliano Michel Temer che avrebbe decretato l’abolizione della riserva naturale di Renca, al solo scopo di dare campo libero ai minatori per eccidio (decisione contro la quale si erano mobilitate diverse star internazionali, dalla top model Gisele Bundchen all’attore Leonardo DiCaprio). Lo stesso premier Temer è al centro di numerose inchieste per corruzione, e rischia seriamente l’impeachment.