Deportata a causa di un tatuaggio di Buddha

Un turista britannico è stato deportato dallo Sri Lanka per il suo tatuaggio sull'avambraccio raffigurante Buddha. Non si tratta dell'unico paese dove un tatuaggio può mettere nei guai

Deportata a causa di un tatuaggio di Buddha

Le autorità dello Sri Lanka hanno ordinato l’espulsione dal paese di una turista britannica perché aveva un tatuaggio raffigurante Buddha sul suo avambraccio. Le autorità del paese sono molto dure riguardo agli  insulti percepiti al buddismo, la religione della maggioranza singalese dell’isola, e particolarmente sensibile riguardo le immagini di Buddha. Nel mese di marzo, ad un altro turista è stato negato l’ingresso perché, secondo i funzionari, avrebbe parlato in modo  irrispettoso di un tatuaggio simile. Il turista ha insistito nel dire di essere un seguace degli insegnamenti buddisti e di aver pensato che il tatuaggio fosse un tributo adatto.

La Thailandia ha minacciato di essere molto severa nei riguardi dei turisti con immagini religiose tatuate sui loro corpi durante le vacanze, dicendo che la tendenza è culturalmente inadeguata ed lede il rispetto per la religione. I tatuaggi hanno causato problemi anche in Malesia: nel 2012, il paese ha annullato un concerto della cantante statunitense Erykah Badu dopo che una foto pubblicitaria la mostrò con la scritta Allah in arabo tatuata sulla sua parte superiore del corpo, dicendo che rappresentava  “un insulto all’Islam”.

E’ tuttavia il Giappone il paese che si distingue, secondo il dottor Matt Lodder, storico dell’arte ed esperto del tatuaggio presso l’Università dell’Essex; “C’è una associazione relativamente recente, iniziata nel ventesimo secolo, dei tatuaggi con le bande criminali, e sono quindi spesso vietati in luoghi come bagni pubblici. Conosco una donna di 30 anni che è stata addirittura allontanata da un hotel perché tatuata.” 

Il sentimento anti-tatuaggi è più forte in alcune parti del Giappone rispetto ad altre. Nel 2012 il sindaco di Osaka ha fatto esaminare tutti i suoi 30.000 dipendenti per vedere se avevano tatuaggi, dicendo che coloro che volevano tenerli avrebbero dovuto trovare lavoro altrove. “Altri luoghi, come Tokyo, hanno una cultura del tatuaggio vivace”, aggiunge però il dottor Lodder.

Non ci sono solo sensibilità religiose o valori culturali in gioco. Nel mese di ottobre 2012, il capo della Metropolitan Police nel Regno Unito ha proibito agli agenti di polizia ed al personale di avere tatuaggi visibili perché “danneggiano l’immagine professionale” della forza. L’esercito americano ha appena rilasciato una nuova serie di regole sui tatuaggi. Oltre al divieto di immagini estremiste, indecenti, sessiste e razziste nei tatuaggi, ai soldati è ora vietato avere tatuaggi su testa, viso, collo, polsi, mani e dita. I tatuaggi “manica” sono proibiti sotto al gomito ed al ginocchio e il numero di tatuaggi visibili, che devono essere inferiore alla dimensione della mano della persona, limitati a quattro.

Continua a leggere su Fidelity News