Poco più di un mese fa, Airbus – colosso europeo del settore aeromobile – aveva annunciato un progetto per la mobilità urbana di tipo aereo e, a quanto pare, i progressi iniziano già a farsi vedere, visto che al Salone dell’Auto di Ginevra si è potuto ammirare il primo esemplare di Pop Up, un’auto che vola, realizzata in collaborazione con l’Italdesign di Moncalieri.
Secondo le previsioni del tedesco Tom Enders, AD di Airbus, nei prossimi 10 anni, il 60% della popolazione vivrà in agglomerati urbani, vere e proprie metropoli, e quindi il business dei trasporti si sposterà sull’ambito cittadino. Per questo motivo, Airbus – diversi mesi fa – aveva già creato, in quel di Santa Clara – California – la divisione A3, popolata di menti pioneristiche come Zach Lovering, sottratto ad un equivalente progetto googleiano, e Rodin Lyasoff, che al MIT si occupava di algoritmi per elicotteri acrobatici a guida autonoma.
A quanto era dato sapere, il team in questione era concentrato su un servizio di taxi aereo, nome in codice Vahana, dal modo in cui, negli antichi testi indù, era indicato un veicolo sul quale si muovevano gli Dei: in sostanza, tramite un’app, si sarebbe chiamato un taxi aereo e, impostata una destinazione, ci si sarebbe lasciati condurre a destinazione. I primi frutti di quest’impegno, però, sono già visibili, in uno stand del Salone dell’Auto di Ginevra, ov’è esposta Pop Up.
Si tratta di un veicolo elettrico, a guida autonoma, e di concezione modulare. La base è costituita da una capsula per 2 persone, simile – per dimensioni – ad una smart di 1° generazione (2,6 metri di lunghezza, 1,5 metri di larghezza, e 1.4 metri di altezza). L’utente, tramite un’app, indicherà i suoi bisogni di trasporto, e l’intelligenza artificiale di Pop UP calcolerà un percorso, tenendo conto delle abitudini e delle preferenze dell’utente, del traffico, e dei costi, scegliendo se abbinare la capsula ad un modulo terrestre, sempre in fibra di carbonio e a propulsione elettrica, o a uno aereo dotato di uno schema di 4+4 rotori.
Nel primo caso, ci si potrà muovere sulle strade, ad una velocità massima di 135 km/h, per un raggio di 100 km di autonomia: incontrando il traffico, si potrà chiamare il modulo aereo che aggancerà la capsula, e la porterà a destinazione, avvalendosi della terza dimensione, seguendo dei corridoi aerei che potranno terminare nelle stazioni, sui tetti dei grattacieli, in piazzole in centro città: anche il modulo aereo avrà un’autonomia di 100 km, ma una velocità massima di 100 km/h.
Giunti a destinazione, i moduli terrestre ed aereo si sganceranno, per recarsi nelle piazzole di ricarica, ove la loro autonomia operativa sarà ripristinata in appena 15 minuti. Fantascientifico? Proprio per nulla: il prototipo esposto a Ginevra è già funzionale e, a breve, sarà sottoposto a dei test “su strada”, per poi entrare in circolazione, presumibilmente, intorno al 2030, quando – appunto – la mobilità si svolgerà per lo più all’interno delle metropoli.