Cani, gatti, conigli, pappagalli e, perché no? Vespe. Incredibile ma vero. Con grande meraviglia, e incredulità di tutti, un uomo, che ha preferito mantenere l’anonimato, è riuscito ad addomesticare uno degli insetti più temuti al mondo, il cui potente veleno uccide ogni anno più di 40 cittadini nel solo Giappone: la vespa gigante giapponese.
Conosciuto con molteplici nomi (calabrone gigante asiatico, vespa mandarina, calabrone giapponese, calabrone yak-killer), qualsiasi di questi nominiate non potrete non notare il terrore che guizza negli occhi del vostro interlocutore. Perché questo insetto, con una lunghezza che va dai 50mm ai 60mm e un’apertura alare di quasi 80mm, vanta il primato quanto a dimensioni tra la sua specie.
E non solo. Ciò che più le caratterizza è il loro veleno super letale, unito a un’innata aggressività e propensione a difendere il nido molto più marcata che in altri animali. I calabroni giganti, infatti, si fanno aggressivi già da 10 metri di distanza dal nido, come anche dalle fonti di cibo. A ciò si aggiunge la presenza di un feromone nel loro veleno che attrae i loro simili, portando interi sciami a migrare verso l’origine di questa sostanza e attaccare il nemico incessantemente.
Tutto ciò colloca indubbiamente questo insetto tra i più letali e temuti al mondo. Ma come può, dunque, un uomo aver avuto una simile audacia, o forse, se vogliamo, imprudenza, da concepire e mettere in atto l’idea di addomesticarne uno? Un cagnolino non gli bastava? Beh, non siamo certo qui per criticare, de gustibus non disputandum est.
Ad ogni modo, in molti hanno dubitato della veridicità della notizia, fatto che ha spinto l’uomo a diffondere foto che provassero la sua onestà, affermando di aver potuto fare ciò rimuovendo il pungiglione e la sacca di veleno, per poi legargli uno spago intorno al corpo per farsi seguire ovunque.
Ciononostante, non sono pochi coloro che ancora dubitano e che sostengono che la vespa sia in verità morta. Cosa possiamo quindi dire? Vero o meno, una riflessione va fatta: è giusto sottrarre alla natura un animale selvatico, privarlo di ciò che più lo fa sentire al sicuro e più lo caratterizza, soltanto per proprio gusto? A voi l’ardua sentenza.