Dieselgate: ora tocca ad FCA e Renault, crollano i titoli

Ancora uno scandalo dieselgate sta per colpire Renault e Fiat Chrysler? Al momento non si può far affermazione alcuna, ma le indagini sono in corso. In Francia per Renault e negli Stati Uniti per FCA

Dieselgate: ora tocca ad FCA e Renault, crollano i titoli

Renault ed FCA sono sospettate di barare sulle emissioni dei motori diesel, la prima sotto il mirino di un gruppo di esperti del Ministero dell’ecologia francese e la seconda dell’agenzia per la protezione ambientale statunitense. Entrambe si difendono affermando di rispettare le norme vigenti.

La procura francese indaga sul sistema di controllo delle emissioni che Renault utilizza per i suoi veicoli diesel. Non c’è solo la casa francese sotto il mirino delle autorità, anche altre aziende automobilistiche che vendono veicoli diesel in Francia sono nel mirino del Ministero dell’economia che, nel 2015, ha aperto un’inchiesta.

Alla notizia delle indagini il titolo in Borsa è subito crollato. Renault si dice certa di rispettare le norme di legge sulle emissioni e ricorda che a marzo dello scorso anno ha presentato, ad una commissione indipendente, “un piano completo di riduzione delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) dei suoi veicoli diesel Euro6 che è stato ritenuto trasparente, soddisfacente e credibile“.

Sorte simile è toccata anche ad FCA, in questo caso sotto indagine dell’EPA (agenzia per la protezione dell’ambiente), che avrebbe omesso di comunicare l’esistenza di un software che influisce sulle emissioni dei motori diesel venduti sul territorio nazionale statunitense.

Secondo i funzionari dell’EPA si tratterebbe di una violazione alle norme di legge gravissima. Anche in questo caso non si fa attendere la replica della società italo-americana che afferma di rispettare le norme di legge e che è pronta a dare piena collaborazione agli organi competenti.

Come successo ai titoli di Renault anche quelli di FCA hanno subito un immediato calo: -16% a Piazza Affari e -10% a New York. Proprio grazie alla piena disponibilità dimostrata dal Gruppo i titoli sono tornati a salire dimostrando la fiducia del mercato alle parole dell’AD, Sergio Marchionne, che non teme eventuali sanzioni e che anche se ci dovessero essere, la CNBC afferma che potrebbero arrivare fino a 4,63 miliardi di dollari, FCA non ne risentirà.

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