YouTube reagisce allo scandalo sulla pedopornografia chiudendo 400 canali e creando un team anti-abusi online

YouTube, parte dell'impero googleiano quanto a piattaforma per il video-sharing, di recente coinvolta, suo malgrado, in uno scandalo sulla pedopornografia, è passata al contrattacco e, in seguito alle proteste degli inserzionisti, ha chiuso 400 canali.

YouTube reagisce allo scandalo sulla pedopornografia chiudendo 400 canali e creando un team anti-abusi online

Qualche giorno fa, YouTube – il celeberrimo portale per la condivisione dei video da parte di utenti comuni e creators, primigenio terreno di caccia degli influencer ante litteram – è rimasto coinvolto in uno scandalo molto grave relativo ad alcuni contenuti di pedopornografia rinvenuti nelle maglie dei suoi algoritmi di ricerca: ecco come si è conclusa, per ora, la vicenda.

Il tutto era nato (su Reddit) grazie ad alcuni utenti (es. Matt Watson) che, in Gran Bretagna, avevano scoperto, eseguendo particolari query su YouTube, come si tendesse a finire su alcuni video, innocenti in quanto ritraenti bambini e bambine che giocavano o facevano ginnastica, attorniati da commenti alquanto discutibili. Questi ultimi, non sono segnalavano momenti hot dei video, con link ed emoticons, ma – in taluni frangenti – venivano usati per scambiarsi anche i numeri di telefono col fine di condividersi, tramite WhatsApp (dotata di crittografia end-to-end), altro “materiale”. Il tutto mentre, su quei video, continuavano a scorrere annunci ed inserzioni pubblicitarie.

La prima reazione è arrivata proprio ad opera di alcuni importanti inserzionisti, che nel dirsi scandalizzati, hanno ritirato (es. Disney) o sospeso (Nestlé ed Epic Games, realizzatrice del gioco Fortnite), fino a che Google non avesse preso delle contromisure, le proprie campagne pubblicitarie dalla piattaforma YouTube.

Google è subito intervenuta, spiegando – tramite un portavoce, in una dichiarazione resa al portale Adweek – che ritiene aberranti tutti quei comportamenti che, in violazione delle proprie – severe – norme, mettono in pericolo i minori, fossero anche dei semplici commenti. Pertanto, ha aggiunto il gigante di Mountain View, che ha già annunciato un sistema di ammonizioni (a base di “strike”), sarebbero state presto assunte delle iniziative ancor più severe (anche in tandem con le forze dell’ordine), sostanziate nella disabilitazione dei commenti, e nella chiusura dei canali o degli account coinvolti. 

Quel momento è arrivato e, infatti, come confermato da The Verge, YouTube – oltre ad aver attuato alcune limitazioni, come la rimozione delle inserzioni e delle relative monetizzazioni prima dei video coinvolti – ha anche calato la mannaia su qualcosa come decine di milioni di commenti, rimossi, e su 400 account, chiusi. In più, rilasciata la dichiarazione secondo cui “c’’è ancora molto da fare e continuiamo a lavorare per migliorare e individuare gli abusi più rapidamente“, sono state illustrate iniziative anti-pedopornografia per il futuro, come la creazione di un team – fatto di specialisti e psicologi dello sviluppo infantile, ex magistrati, ex agenti della CIA/FBI – con lo scopo di migliorare il contrasto agli abusi ed ai reati commessi online sulle proprie pagine. 

 

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