Netflix: ok dai mercati esteri, problemi password condivisa, abbonamento smartphone esteso

Dopo un periodo di bonaccia mediatica, si ragionare su Netflix, col colosso dello streaming che ha fatto molto parlare di sé, per alcuni report economici, e per le voci di estensione di un'iniziativa molto gradita nei paesi di adozione iniziale.

Netflix: ok dai mercati esteri, problemi password condivisa, abbonamento smartphone esteso

La celebre piattaforma del videostreaming nota come Netflix è stata di recente oggetto di diversi report economici, dai quali si evince che dovrebbe puntare maggiormente sui mercati esteri, oltre a dover arginare la piaga della password condivisa. Nel contempo, si fanno sempre più quotate le voci secondo le quali potrebbe essere riproposta in altri mercati una formula d’abbonamento che ha avuto molto successo in India e Malesia.

Solitamente, Netflix distribuisce dei report generici, dai quali si evince il suo numero di abbonati ed il fatturato. Tuttavia, l’ultimo rapporto (il modulo 8-K) inviato alla Consob locale (la SEC) fornisce maggiori dettagli sullo stato di salute della piattaforma, e su quali mercati potrebbe/dovrebbe puntare in futuro. Secondo quanto emerso in Rete, Netflix divide più o meno a metà il fatturato il tra il mercato interno, di Canada e USA, e quello (leggermente più fiorente) estero: se nei primi 9 mesi dell’anno scorso, Washington e Ottawa hanno generato qualcosa come 7.379 miliardi di dollari, il gruppo Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) ha messo assieme 3.98 miliardi di dollari, contro i 2.049 dell’America Latina, e gli 1.051 miliardi del Pacifico+Asia (comprensivi di India, Cina, e Oceania).

Il trend di crescita dal 2017, però, anche in ragione della frenata interna della scorsa estate (a causa delle rimodulazioni, e del già avvenuto arrivo di Apple TV+Disney+, con una crescente saturazione data dai programmati sbarchi di NBC/Universal ed HBO Max), non punta in direzione di Canada e USA, che vantano solo il 23% di tasso di crescita, ma mette in evidenza – senza ombra di dubbio – i mercati stranieri, con il numero degli abbonati che è raddoppiato in America Latina, triplicato in Asia e Pacifico, cresciuto del 140% nell’EMEA

In occasione della terza trimestrale del 2019, Netflix evidenziò la necessità di giungere a una soluzione amichevole per la prassi della password condivisa, che spesso coinvolgeva l’abbonamento mensile da 15.99 euro con 4 device supportati in simultanea, dacché il 10% dei suoi utenti attivi non pagherebbe alcun abbonamento. Lo scenario, che sembra fustigare diversi operatori del settore, che nel solo 2019 avrebbero perso (secondo Parks Associates) circa 9 miliardi di dollari di potenziali introiti, sembra essere confermato, a tinte fosche, anche da Hub Entertainment Research, che entra nel merito svelando come sia ben il 31% degli abbonati di Netflix a condividere le credenziali del proprio account (sì da suddividerne le spese).

Normale, quindi, ipotizzare che entro fine anno, pur senza rovinare l’immagine di tolleranza che la piattaforma ha costruito attorno a sé (posto che i suoi termini di servizio vieterebbero di condividere il log-in con persone non del nucleo familiare), qualche provvedimento in merito verrà preso.

Tempo fa, infine, Netflix varò in India (territorio scelto anche per gli abbonamenti plurimensili con sconti del 20-50%) un abbonamento fruibile solo dallo smartphone (a 2.50 dollari), poi esteso in Malesia (a 4 dollari): in autunno si parlò dell’esportazione del progetto anche altrove. Oggi, oltre agli analisti di Wall Street, che rinnovano le probabilità che ciò accada, è lo stesso CEO di Netflix, Reed Hastings, in visita nella capitale indiana, a tornare sull’argomento, ammettendo che tale abbonamento si è dimostrato molto competitivo e utile per guadagnare ulteriori utenti, con la crescente prospettiva che prima o poi questi ultimi passino a formule d’abbonamento più versatili, complete (ed anche costose). 

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