Il Safety Check di Facebook segnala, per errore, una bomba a Bangkok

Facebook continua a puntare molto sugli algoritmi, e sull'intelligenza artificiale, nell'erogazione dei suoi servizi, a volte con qualche piccola défaillance. Come nel caso dell'inesistente allarme bomba segnalato 48 ore fa, in Thailandia...

Il Safety Check di Facebook segnala, per errore, una bomba a Bangkok

Facebook Safety Check è un utile strumento, che il social di Mark Zuckerberg è solito attivare in circostanze di particolare gravità o emergenza, in modo da consentire alle persone di far sapere – ad amici e cari – di trovarsi in buone condizioni. In genere, il tool in questione si è quasi sempre rivelato affidabile: il quasi è d’obbligo perché – dopo la papera del Marzo scorso (un attentato avvenuto in Pakistan, però, aveva destato l’allarme anche in USA, in Italia, e nello UK) – il Safety Check è andato di nuovo in panico (è il caso di dirlo) con la segnalazione di un’esplosione – mai avvenuta – a Bangkok.

A ricostruire l’accaduto, è stata l’edizione internazionale di BBC News, che ha segnalato come, alle 21 locali (le 15, in Italia) del 27 Dicembre, il Safety Check di Facebook si sia attivato nella popolosa (più di 15 milioni di abitanti) capitale della Thailandia, Bangkok, segnalando l’avvenuta esplosione di un ordigno. La segnalazione in oggetto veniva accompagnata da ben 3 link ad un articolo del Bangkok Informer, che parlava di un attentato nel corso del quale avevano perso la vita 80 persone. Ovviamente, assieme a queste informazioni di approfondimento, Facebook aveva – contestualmente – attivato anche gli strumenti che dovevano, in teoria, permettere ai cittadini della capitale asiatica di rassicurare parenti ed amici sulle loro condizioni. 

Inutile dire che si è trattato di un falso allarme. La prestigiosa testata britannica, infatti, è riuscita a scoprire l’arcano – alla base di questo erroraccio facebookiano – grazie all’analisi del funzionamento del Safety Check. Lo strumento in questione, infatti, non viene più attivato da un team di persone, in remoto, ma – tramite un algoritmo – analizza, sui social, la presenza di discussioni relative a calamità ed attentati e, nella fattispecie, aveva scovato alcuni post in cui si parlava di Chalerm Sornnonthee, un uomo che – per problemi economici – aveva inscenato una dimostrazione, lanciando dei petardi artigianali – noti come “ping pong bomb” – nel perimetro di alcuni edifici governativi di Bangkok. L’uomo, una vecchia conoscenza delle locali forze dell’ordine, aveva anche millantato il possesso di un vero e proprio ordigno che, a conti fatti, si è rivelato essere un contenitore vuoto, privo di innesco e di polvere da sparo. 

Questo, probabilmente, aveva fatto scattare – nel quartier generale di Menlo Park – il Safety Check, che recava l’allarme “The Explosion in Bangkok, Thailand”, con dei link di conferma – reperiti sui media locali – che puntavano, appunto, all’articolo del “Bangkok Informer”, che notiziava sì un reale attentato avvenuto nella capitale, nei pressi del tempo di Erawa, ma risalente all’agosto di 2 anni fa (2015)! Poi, ovviamente, la comparsa anche degli strumenti relativi alle segnalazioni di messa in sicurezza ha fatto sì che una notizia, astratta e irreale, costruita dagli algoritmi, assurgesse al rango di fatto reale, con relativa e virale propagazione del panico tra i cittadini della metropoli asiatica.

Per fortuna, dopo 1 ora di caos, il Safety Check è stato spento, anche se non risultano ancora sopite le polemiche da parte degli utenti locali del social in blu, infuriati con Zuckerberg per l’ennesima lesione inferta, a parer loro, al turismo dell’emergente tigre asiatica. 

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