Facebook: sicurezza, calcio online, tutela dei giovani, e delle imprese locali. Oltre agli scandali sulla privacy

Facebook non perde il vizio degli scandali, e dei buoni propositi. Il social in blu vara diverse iniziative a tutela del giovani, per la sicurezza in-app, per le aziende locali, ed a favore degli appassionati (britannici) di alcuni noti campionati di calcio.

Facebook: sicurezza, calcio online, tutela dei giovani, e delle imprese locali. Oltre agli scandali sulla privacy

Il più grande social del mondo, visti i numeri (1.6 miliardi di iscritti), Facebook, ha messo in cantiere diversi strumenti per tutelare i giovani, favorire le imprese locali, l’incontro dei cuori solitari, consentire una navigazione in-app sicura, badando anche agli appetiti sportivi dei suoi iscritti. Gli scandali, in ogni caso, non sono mancati e riguardano ancora una volta la privacy. 

Facebook, nelle scorse ore, ha ammesso di aver condotto il test per il suo sistema di dating, precisando che – con tale sperimentazione interna – intendeva collaudare solo l’interfaccia e ravvisare l’eventuale presenza di bug: secondo quanto emerso, il Facebook Dating sarebbe stato messo alla prova usando dati fittizi, ed invitando i propri dipendenti a non flirtare tra loro (sì: le politiche anti molestie valevano anche in questo frangente). 

Più concreta la novità – pubblica – constatata da alcuni utenti dell’app mobile 183.0.0.39.75 del social, i quali – nell’aprire i link inclusi nei post – li hanno visti gestire direttamente dal motore di Chrome, con tutto quel che ne consegue in termini di sicurezza assicurata dal browser di Mountain View. 

A beneficio delle imprese locali, invece, giungono una serie molto ampia di strumenti integrati nella versione mobile delle loro Pagine (Pages): nello specifico, le nuove “vetrine” aziendali mostreranno le ultime foto caricate dall’impresa, delle Storie per far conoscere le persone che vi sono dietro, dei mezzi per aiutare le imprese locali (che generano il 60% dei nuovi posti di lavoro) a trovare le persone giuste, e delle nuove opzioni per aiutare i clienti a mettersi in contatto con tali attività. Ad esempio, tramite una Page si potrà prenotare un tavolo al ristorante, una seduta dall’estetista o, dalla pagina di chi organizza un evento, sarà possibile comprare il biglietto per parteciparvi: non mancheranno le Raccomandazioni che, introdotte nel 2016 per aiutare le persone in trasferta a scoprire nuovi posti in cui passare il tempo, si focalizzeranno maggiormente sulle attività locali. 

Come dimenticare il calcio, a poco più di una decina di giorni dall’inizio di alcuni importanti campionati. Eleven, forte dei diritti di trasmissione digitale – per la Gran Bretagna – della Serie A e della Liga, ha comunicato (tramite il suo CEO Danny Menken) che, sulla sua Pagina ufficiale Facebook, manderà in onda – gratuitamente – una partita a settimana. Purtroppo (a meno di non trincerarsi dietro una VPN) solo a beneficio dei sudditi di Sua Maestà. 

A Menlo Park, una delle cose che non si fanno mancare sono gli scandali. Ne sa qualcosa il Wall Street Journal che ha sfornato un’altra esclusiva dalla quale emergerebbe che Facebook, in passato, avrebbe chiesto ad importanti gruppi bancari i dati dei propri correntisti (movimenti delle carte bancomat e di credito) onde offrire nuovi servizi (negli USA ha già attivato un sistema di trasferimento monetario via Messenger, come anche in India ma via WhatsApp). A seguito della pubblicazione del dossier, una banca ha fatto sapere d’aver abbandonato le trattative sul nascere, mentre Facebook ha precisato che i dati richiesti non risulterebbero tra quelli previsti dal targeting pubblicitario

Anche le buone intenzioni sono un piatto forte del social in blu. Qualche giorno fa, il team di Zuckerberg ha messo online un progetto di alfabetizzazione digitale rivolto ai giovani tra gli 11 ed i 18 anni, ma anche ad insegnanti, educatori e genitori, finalizzato a responsabilizzare i comportamenti internettiani degli oltre 830 milioni di giovani utenti della Rete. La “Digital Literacy Library” – questo il nome dell’iniziativa – consta di video e 18 lezioni (per ora solo in inglese) scaricabili e fruibili liberamente, su argomenti come bufale, fake news, e gestione dei dati personali. 

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