Uno dei problemi più recenti che affliggono il mondo di oggi è certamente quello delle ‘Fake News’. Si tratta di articoli che, sfruttando la grande popolarità dei mezzi di comunicazioni informatici (i social per primi), divulgano fatti che non trovano riscontro nella realtà. Nella maggior parte dei casi, questo fenomeno è alimentato dalla brama di denaro dato che, spesso e volentieri, il titolo di questi articoli invita il lettore alla lettura, utilizzando un formato ‘appariscente’.
Per tentare di arginare il fenomeno, Facebook ha tentato di percorrere diverse strategie (come ad esempio il famoso ‘decalogo’ volto ad informare l’utente su quali notizie sono potenzialmente senza alcun fondamento di verità), le quali si sono rivelate più o meno efficaci. Nel frattempo, a breve il social network potrebbe implementare un nuovo strumento, noto come indicatore di fiducia.
Si tratta di un’icona, posta a lato dell’articolo ritenuto affidabile, la quale fornisce agli utenti del social alcune informazioni utili sull’editore correlato all’articolo stesso. Tra le informazioni presenti figurano le politiche di comportamento, il fact-checking e il masthead dell’editore. Al momento, la funzionalità è in fase di test, ed è limitata ad un piccolo gruppo di editori selezionati ma, se tutto si concluderà con esito positivo, la novità dovrebbe essere estesa a tutti gli editori meritevoli di considerazione.
“Lo strumento costituirà una nuova arma dell’utente contro le ‘fake news‘”, sostiene la dirigenza di Facebook. La nota continua affermando che gli utenti, affidandosi a questo particolare indicatore, comprenderanno con maggiore chiarezza su quali articoli fare affidamento e quali, invece, scartare.
L’introduzione di quest’icona, dunque, rappresenta un nuovo elemento del social per combattere il fenomeno che affligge la piattaforma. Da testare sarà la sua efficacia nel corso del tempo. Come annuncia un’inchiesta condotta da ‘The Guardian’, molti dei tentativi portati avanti dal colosso di Zuckerberg non si stanno rivelando particolarmente utili, spingendo dunque Facebook a tentare nuove strade più efficaci.