Facebook: novità per Watch e Spotify, indagine penale negli USA, e probabili indennizzi per il down del 13 Marzo

Facebook si avvia ad essere coinvolta in nuovi problemi, a seguito degli scorsi malfunzionamenti, e come esito di un'indagine penale negli USA, ove continua la polemica con la senatrice Warren. Il social, nel frattempo, prepara novità per Watch e con Spotify.

Facebook: novità per Watch e Spotify, indagine penale negli USA, e probabili indennizzi per il down del 13 Marzo

Per diverse ore, nella giornata del 13 Marzo, Facebook e le sue applicazioni, tra cui anche WhatsApp e Instagram, hanno mostrato diversi problemi di funzionamento che, secondo l’azienda stessa, non sarebbero attribuibili ad un attacco di tipo DDoS: tuttavia, come si suol dire “il danno è fatto” e, dacché molte persone usano le app di Menlo Park anche per lavoro, il social sta pensando di risarcire gli inserzionisti.

In Italia, il Codacons – sigla di tutela degli utenti e dei consumatori – ha confermato la sua intenzione di ottenere un indennizzo anche per gli utenti che, dai malfunzionamenti del gruppo americano, possano aver subito dei “danni materiali dal mancato accesso alle menzionate piattaforme.

Altri problemi, per Facebook, vengono anche dagli States, ove – secondo il New York Times – un’indagine penale, da parte della corte federale di New York, sarebbe giunta a un punto clou, con i procuratori generali che avrebbero ottenuto, su mandato del Grand Giury, che due aziende (specializzate nella creazione di smartphone) consegnino alle autorità tutti i documenti di cui sono in possesso in merito a passati accordi sottoscritti con Facebook, in cui quest’ultimo – preinstallato su vari dispositivi mobili – ricambiava dando a tali produttori l’accesso alle informazioni sugli utenti della propria piattaforma.

Tali accordi, sottoscritti agli albori del social, coinvolgevano 150 grossi soggetti della scena hi-tech e, col passare del tempo, sono stati accantonati, seppur non così presto da passare inosservati agli occhi della legge. Lo staff di Facebook, intanto, ha commentato di prendere sul serio questo tipo di indagini, di essere intenzionato a collaborare, benché abbia già risposto a molte domande e tenuto pubbliche audizioni ad hoc. 

Qualche giorno fa, la senatrice americana Elizabeth Warren, candidata alle presidenziali USA del 2020, aveva promesso la disarticolazione dei colossi tecnologici, come Amazon, Google, e Facebook, in favore di una maggiore concorrenza: per propagandare tale programma, erano stati – poi – acquistati dei post sponsorizzati, una decina in tutto, in cui una didascalia ed un video esponevano il pensiero in oggetto. Ebbene, nonostante la scarsa portata di tali inserzioni, per le quali erano stati investiti solo 100 dollari, tre di quei post erano stati bloccati per un certo range temporale, e solo dopo un po’ riammessi. Il tempo sufficiente perché la Warren potesse dire che indubbiamente Facebook ha più potere di quanto sia auspicabile, se arbitrariamente può sospendere un dibattito sul tema solo perché lo reputa scomodo.

Non la pensano così i due co-fondatori di Instagram, Kevin Systrom e Mike Krieger, restati a lavorare per lungo tempo a Menlo Park dopo la cessione della loro app, secondo i quali tale passaggio di proprietà non avrebbe nuociuto alla concorrenza, ma avrebbe semplicemente permesso a Instagram di arrivare dov’è ora, senza per altro nemmeno mettere a repentaglio la libertà dei relativi utenti.

Infine, le novità di stampo positivo relative a Facebook. Quest’ultimo ha annunciato la disponibilità, nei prossimi mesi ed a cominciare dal mercato USA, di migliorie in senso intrattenitivo: innanzitutto, corredando il proprio profilo di una traccia presa da Spotify, si offrirà agli utenti la possibilità, premuto un pulsante, di ascoltarla all’interno dell’app in verde mentre, per quel che concerne la piattaforma Watch, essa si arricchirà di nuovi contenuti originali (l’esordio della serie Real World, la seconda annata di SKAM Austin, altri 20 episodi di Red Table Talk) e, mutuando l’esperienza dei Watch Party, della modalità “on TV”, per fissare un appuntamento sulla trasmissione di un contenuto (es. un evento sportivo) in modo da poterlo guardare assieme conversando, o proponendo sondaggi, in contemporanea all’annessa visione. 

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